In occasione della 25ª Fiera nazionale del Marrone, nel pomeriggio di mercoledì 16 ottobre, presso la sede provinciale della Coldiretti Cuneo (piazza Foro Boario, 18), si è tenuta una tavola rotonda dal titolo “Castanicoltura: l’evoluzione tra mercato e valorizzazione”.
L’iniziativa promossa da Coldiretti Cuneo, rientra tra le iniziative in occasione della 25ª Fiera nazionale del Marrone. Al centro del confronto le prospettive della castanicoltura in provincia di Cuneo, l’ importanza della coltura per l’economia montana, le innovazioni relative alle tecniche colturali e le iniziative di promozione del prodotto. Ha aperto i lavori, il direttore di Coldiretti Cuneo, Fabiano Porcu, ringraziando i castanicoltori per il lavoro quotidiano nella gestione della coltura.“Un’annata che si sta concludendo con scarsa produzione, ma il prodotto è di altissima qualità – dice Fabiano Porcu – direttore di Coldiretti Cuneo – Al dettaglio i prezzi sono alti, ma non è detto che i produttori percepiscano altrettanto. Ci auspichiamo per il futuro che aumentino ancora le quote di territorio con produzioni Igp, sempre più richieste dal mercato”.
Nel suo intervento Sarà Tomatis – assessore alle manifestazioni del Comune di Cuneo, ha ricordato come la Fiera del Marrone sia uno strumento per valorizzare il territorio. “Le produzioni agricole e agroalimentari del territorio sono molto importanti – dice Sara Tomatis – ben vengano momenti di approfondimento tecnico – scientifico. Soltanto facendo squadra, riusciremo insieme a valorizzare le produzioni di qualità e il territorio cuneese nel suo complesso”.
Luciano Trentini, del Centro di Studio e Documentazione sul Castagno di Marradi (FI), ha presentato il panorama mondiale della castanicoltura, mettendo in evidenza le prospettive e le criticità del mercato mondiale e italiano. “L’Italia ha un ruolo di prim’ordine sia per l’import ma anche per l’export – dice Luciano Trentini – I prezzi del nostro prodotto sono più alti rispetto al resto del mondo e gran parte del prodotto è in mano alla Gdo. Il consumatore italiano di castagne e marroni, in genere è un soggetto anziano e i giovani consumano poco. Bisogna promuovere di più e allungare il periodo di vendita, attualmente di pochi mesi, con dei prodotti trasformati”.
Simone Marchisio, tecnico Coldiretti, ha parlato dei frutteti di castagno con le tendenze e prospettive verso il futuro. Dalla pianura idee ed esperienze trasferibili alla montagna. “Le produzioni di pianura di questi ultimi anni sono state importanti per mantenere una quantità di prodotto sul mercato. La diffusione nel fondovalle è stata in parte favorita dall’abbandono di alcune colture frutticole, come ad esempio l’actinidia, oltre alla facile meccanizzazione delle operazioni colturali. Credo comunque che ad oggi i frutteti di castagno/marroni di pianura siano remunerativi e vedo ancora una buona marginalità per degli investimenti anche per il futuro”.
Franco Parola, responsabile Servizio Ambiente e Territorio di Coldiretti Cuneo, ha trattato la gestione del castagneto da frutto tradizionale, diffuso nelle aree montane. “Bisogna pensare a dei progetti di valorizzare e recupero dei castagneti abbandonati diventati bosco – dice Franco Parola – anche se difficile per un aspetto normativo, ma non impossibile. E’ fondamentale intervenire sulla densità delle piante presenti, al fine di fare arrivare la luce che è di vitale importanza per la produzione, oltre alla gestione della chioma con interventi di potatura, rivalutando anche la fertilizzazione spesso abbandonata”.