Un morso sul braccio per impedire a un alunno di andare in bagno: il fatto si era verificato nel febbraio 2023 in una classe di studenti del terzo anno dell’istituto tecnico Arimondi-Eula, della sezione distaccata di Racconigi. In aula il giovane studente, all’epoca diciassettenne, ha mostrato al giudice la cicatrice sull’avambraccio e ha raccontato di quel professore di disegno e progettazione che da qualche tempo aveva cambiato atteggiamento nei suoi confronti e che già altre volte gli aveva negato il permesso di andare in bagno. Quel giorno il professore aveva un problema con il registro elettronico e aveva chiamato il tecnico per l’assistenza; nell’aula c’era confusione, molti ragazzi erano in piedi e il professore faticava a riportare l’ordine. L’alunno (che in seguito si recò all’ospedale dove ricevette una prognosi di sette giorni e che non sporse querela) chiese di andare in bagno e il professore gli negò il permesso: “Già altri erano andati al bagno con il permesso del professore e così mi sono alzato diretto verso la porta”. A quel punto il professore si mise in mezzo per impedire al ragazzo di uscire mentre il giovane, molto più alto dell’insegnante, continuava a camminare obbligando il docente a indietreggiare verso la porta: “C’era tensione evidente – ha riferito in aula il tecnico che aveva appena finito di risolvere il problema al registro elettronico -. Io avevo detto al ragazzo di obbedire al docente e di tornare al posto; vedendo poi la situazione di tensione che si era creata, consigliai al docente di lasciare che il ragazzo uscisse; mi sono voltato un attimo e ho sentito il ragazzo esclamare di stupore e dolore per poi tornare indietro verso i compagni mostrando il braccio con il segno rosso”. Tutta la scena era stata ripresa col telefonino da un compagno che è diventato testimone dell’episodio di lesioni aggravate che l’accusa contesta al professore, ora non più docente di quell’istituto. Il giovane ha confermato quel momento di tensione, con il compagno di classe che avanzava verso il professore e col petto lo spingeva verso la porta, e poi ha riferito del professore che non sapendo più come fermarlo lo morse sull’avambraccio. Il processo è stato rinviato al 6 febbraio per ascoltare gli altri testimoni.