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Mercoledì 25 dicembre 2024

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Per l’Italia oltre 65 miliardi di euro di importazioni agroalimentari

Valore record per il 2023: l’arrivo di grano dall’estero è raddoppiato (oltre 1 miliardo di chili), in crescita anche i numeri relativi alla carne sudamericana, le nocciole turche

La Guida - Per l’Italia oltre 65 miliardi di euro di importazioni agroalimentari

Dal grano canadese e russo alla carne sudamericana, dalle nocciole turche al riso asiatico fino al pomodoro cinese, mai così tanto cibo straniero è arrivato sul nostro territorio con le importazioni agroalimentari dall’estero che nel 2023 in Italia hanno raggiunto il valore record di 65 miliardi di euro (dati Istat).
Coldiretti Cuneo rimarca come tali prodotti spesso provengano da Paesi che non osservano le stesse regole di sicurezza alimentare e ambientale e di rispetto dei diritti dei lavoratori.
“Un vero e proprio attacco al patrimonio agroalimentare cuneese e nazionale favorito dalle follie europee che – sottolinea Coldiretti – fanno calare la produzione agricola, in nome della sostenibilità ambientale, spingendo il deficit alimentare del nostro Paese che è arrivato a produrre appena il 36% del grano tenero che le serve, il 53% del mais, il 51% della carne bovina, il 56% del grano duro per la pasta, il 73% dell’orzo, il 63% della carne di maiale e i salumi, il 49% della carne di capra e pecora, mentre per latte e formaggi si arriva all’84% di autoapprovvigionamento. La strategia posta in campo dall’Unione Europea è destinata ad infrangersi contro l’innalzamento delle importazioni”.
Il prodotto maggiormente importato è il grano. “In Italia nel 2023 – denuncia la Coldiretti – sono più che raddoppiate, per un totale di ben oltre il miliardo di chili, le importazioni di cereale dal Canada trattato con glifosato secondo modalità da noi vietate”. Ma se il Canada resta il primo fornitore, secondo un’analisi pubblicata dal Centro Studi Divulga, l’import di grano russo e turco è aumentato rispettivamente del +1164% e del +798%.
Tra i prodotti da scongiurare ci sono la carne di manzo e di pollo prodotta in diversi Paesi sudamericani con gravi inadempienze e rischi per l’ambiente, la sicurezza alimentare e lo sfruttamento del lavoro minorile. Ma anche le nocciole turche coltivate con metodi rischiosi per la salubrità del prodotto e in un quadro di precarietà e sfruttamento che coinvolge anche i minori, il riso asiatico coltivato utilizzando il triciclazolo, potente pesticida vietato nell’Unione Europea dal 2016 che però entra in Italia grazie al dazio zero, il concentrato di pomodoro cinese che costa la metà di quello tricolore e fa abbassare le quotazioni del prodotto nazionale, le lenticchie canadesi fatte seccare con il glifosato, che rappresentano i 2/3 del totale importato nel nostro Paese.

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