Come potranno, un giorno (speriamo!), rimettersi ucraini e russi a ragionare su una pace che dovrà essere comunque raggiunta? Come potranno (e la speranza si fa ancora più flebile), un domani, palestinesi e israeliani accordarsi per una convivenza possibile? Come ci si può di nuovo guardare uno negli occhi dell’altro dopo essersi fatti del male, essersi traditi, aver tirato fuori il peggio dell’umanità per riversarlo sul nemico, percepito come qualcuno di cui ci si augura la non esistenza? Succede, ce ne accorgiamo, a livello internazionale
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