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Martedì 8 ottobre 2024

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A fine anno Intesa San Paolo chiude a Paesana e Sanfront

Mercoledì tavolo di lavoro in Regione sul problema convocato dall’assessore Marco Gallo: “Invertire la desertificazione bancaria è battaglia di civiltà, dobbiamo proteggere la montagna”

Valle Po

La Guida - A fine anno Intesa San Paolo chiude a Paesana e Sanfront
Di fronte all’annuncio della chiusura entro fine anno di almeno tre sportelli di Intesa Sanpaolo nelle terre del Monviso l’assessore regionale alla montagna Marco Gallo ha convocato un primo tavolo di confronto.
Mercoledì 9 ottobre al grattacielo della Regione con l’assessore Gallo si ritroveranno Stefano Cappellari, il presidente del Comitato Piemonte Abi – l’associazione che riunisce il sistema bancario – e Marco Bussone – presidente nazionale dell’Uncem – da sempre impegnato in difesa degli sportelli nei Comuni montani.
L’incontro avverrà dopo la manifestazione in programma lunedì 7 ottobre e organizzata da Mauro Vignola, sindaco di Bobbio Pellice e presidente dell’Unione montana del Pinerolese, contro l’annunciata chiusura a partire dal 10 ottobre dell’unica banca in paese.
Nel frattempo altri due Comuni di montagna – Paesana e Sanfront – perderanno la filiale di Intesa Sanpaolo entro la fine dell’anno. E non vi sono neppure, al momento, certezze sulla sopravvivenza dei bancomat.
“Ho inteso convocare con urgenza questo tavolo perché il primo obiettivo è proteggere la montagna. Considero indispensabile per qualsiasi progetto di sviluppo delle terre alte non arretrare sui servizi esistenti – dice l’assessore alla montagna Marco Gallo -. È una battaglia di civiltà: se chiude una banca o anche solo uno sportello bancomat, come è avvenuto in diverse vallate, cade una delle prerogative essenziali a presidio della vita in montagna. Inutile immaginare di migliorare la qualità della vita nelle aree più marginali se poi gli abitanti sono costretti a spostarsi in un altro paese per un banale prelievo di contanti. Mentre l’home banking, ottimo strumento di accesso ai servizi bancari, in montagna non è un automatismo come in città, visto che non risolve il problema di avere a disposizione denaro contante a disposizione. Su questi presupposti imbastiremo l’incontro che mi auguro possa essere improntato alla collaborazione e rivelarsi proficuo”.
La desertificazione bancaria è nodo cruciale del Paese. Tutti gli ultimi dati di Banca d’Italia, relativi al 2023, hanno il segno meno davanti. Il più macroscopico è quello degli sportelli: oltre 800 quelli chiusi in dodici mesi (da 20.985 a 20.161), con una riduzione che ha toccato tutte le regioni, nessuna esclusa.
Numeri che confermano un trend dall’onda lunga: in meno di dieci anni sono stati cancellati in Italia oltre 10.000 sportelli, chiuse oltre 200 banche. Risultato: più di 4 milioni di italiani vivono in paesi dove non ci sono più sportelli bancari.
Il Piemonte ne è un esempio: soltanto poco più di un terzo dei Comuni ha una filiale bancaria, pari al 37% dei 1.181 Comuni (quasi la metà in territorio montano). Un trend che neanche la forte presenza del credito cooperativo – otto banche, tutte con sede nel Cuneese e 197 sportelli sparsi in tutta la regione – è riuscito a invertire anche se, proprio come ricorda l’Uncem, due Bcc hanno garantito il ritorno di un’agenzia in due Comuni del Cuneese abbandonati dai colossi del credito: a Monticello d’Alba e a Venasca.

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