“Non so quali saranno le conseguenze per mio figlio, non saranno positive, ma lui ha bisogno di essere aiutato”, con queste parole si è chiusa la deposizione della donna che nell’aprile 2022 ha denunciato il figlio tossicodipendente che aveva cercato di strangolarla con il cavo del caricabatterie del telefono. L’ultimo di una lunga serie di episodi di violenza che la signora aveva subito da quando nel 2018 lui era tornato a casa, nella zona di Saluzzo, dopo essere stato lasciato dalla compagna proprio a causa dei problemi legati alla sua dipendenza da droga e alcol. In quei quattro anni la donna ha più volte subìto le aggressioni del figlio quando questo era sotto l’effetto di sostanze; calci, pugni, le mani al collo “che toglieva solo quando vedeva che non riuscivo neanche a gridare, che non respiravo quasi più. Mi spaventavo moltissimo”, e poi ancora le minacce di ucciderle i suoi amatissimi cani, gli insulti e le ingiurie. Molte volte la donna aveva cercato di aiutarlo a disintossicarsi, ma senza sempre successo: “Ero andata a Moncalieri in una comunità a fare degli incontri preparatori per farlo entrare, poi però c’è stato il Covid. Ho provato con una clinica a Padova, con sedute psicoterapeutiche a Milano e ancora qui in provincia. Lui interrompeva ogni percorso, mi dicevano che essendo lui maggiorenne non potevano costringerlo”. Per mettere al riparo i pochi beni che ancora gli restavano, l’auto e la moto, la donna aveva anche cercato di fargli mettere un tutore e si era rivolta a un avvocato, ma anche questa strada si risolse nel nulla. “In casa non aiutava in alcun modo, anzi due o tre volte la settimana mi chiedeva anche dei soldi, ma io cercavo di dargli il meno possibile per evitare che si comprasse la droga”. Al culmine dello sconforto, in seguito alla denuncia dell’aprile 2022 aveva anche ritirato la querela perché quando gli inquirenti le chiesero i nomi delle persone che potessero confermare i suoi racconti lei aveva parlato di due suoi colleghi con cui si era confidata in quegli anni ma che in seguito si arrabbiarono con lei per essere stati chiamati in caserma come persone informate sui fatti. In aula ha deposto anche il fratello dell’imputato: “Era paranoico e si era convinto che la sua ex fosse ospite da me e mia moglie. Era ubriaco e io chiamai i Carabinieri. Non lo portarono via ma mi affidarono le chiavi della sua auto. Lui dormì in macchina e il giorno dopo gliele consegnai”. L’udienza proseguirà il 24 gennaio.