Colori, emozioni e, a completare il triangolo della lettura del sé, le relazioni. Sono i tre elementi intorno a cui Maura Anfossi costruisce il suo saggio articolato secondo una progressione che dal definire i principi basilari dell’analisi interiore muove verso l’esame dei colori stessi e delle emozioni ad essi associate.
Nel testo i colori “sono stimoli per introdurre concetti che possono aiutare a entrare nei propri vissuti e dare credito alle proprie emozioni”. Una strada che rifugge in prima battuta dalla concettualizzazione, mentre si rende disponibile a un’attenzione alle sfumature interiori. Non a caso una delle immagini ricorrenti è il “termometro interiore”.
La conoscenza di noi stessi fonda una personalità equilibrata. Approfondire quanto si sperimenta interiormente è la strada che consente questa conoscenza, come le emozioni sono “la bussola intuitiva per orientare nella conoscenza delle parti autentiche e profonde del sé”. È un’altra immagine, la bussola, a ritornare più volte in questo cammino, perché per ritrovare la “strada di questa mappa che è la vita” dobbiamo partire dall’ascolto di noi stessi.
Su questo terreno giocano il loro ruolo i colori, i quali non vanno squalificati nella pura registrazione di dati fisici. Con buona pace di Newton e un sorriso compiaciuto di Goethe, se non sono caratteristiche intrinseche alla realtà fenomenica, neanche si riducono, come pensò lo scienziato inglese, alle proprietà della luce. Si può parlare di colori solo in quanto oggetto di percezione. L’appello a Goethe serve all’autrice per sottolineare l’apporto del soggetto nell’approccio percettivo.
I colori sono il filtro attraverso cui guardiamo la realtà. Grazie ad essi si colgono le caratteristiche dell’ambiente. È concetto fecondo di conseguenze perché presuppone quasi una “integrazione” personale e individuale dell’ambiente esterno che non risulta più dato oggettivo, immutabile, bensì colto in relazione col soggetto, dunque mutevole nel suo manifestarsi. È in questa dimensione che l’ambiente diventa luogo di incontro con sé e con gli altri e si può dare la giusta distanza dal reale vissuto, che consente di accedere a un equilibrio interiore.
Ed eccoli i colori, avvicinati singolarmente per scoprire quali emozioni richiamano secondo un processo evocativo. Ci si deve lasciar guidare dall’intuito in questa parte, perché dalla loro percezione conseguono sensazioni interiori diverse, talora addirittura contrastanti. Così il bianco evoca il silenzio, dove ritrovare se stessi, da dove ripartire per scrivere una pagina nuova. È il colore della possibilità, del cambiamento. Così il rosso esprime la passione del vivere. Risveglia i sensi, colora i solidi ponti con l’altro da sé nell’amore. Poi il verde cioè la freschezza, la vita, l’autenticità, o il grigio per l’inquietudine e la paura o, ancora, il nero che si associa a un trauma, a una profonda ferita interiore che anela a rimarginarsi.
Sarebbe riduttivo leggere questo capitolo, ricco di suggestive intuizioni, come semplici abbinamenti tra colore ed emozione. L’analisi ha un respiro ben più ampio. Questi accostamenti nel processo psicoterapeutico diventano strumento per smascherare atteggiamenti della vita interiore, di cui vengono forniti numerosi esempi. La consapevolezza, guarda caso associata al verde dell’autenticità, è l’attitudine a veder chiaro dentro di sé, a distinguere le emozioni, a mettere in luce ciò che nasce dentro di noi piuttosto che ciò che è esterno”.
Emozioni a colori
di Maura Anfossi
Editrice San Paolo
euro 16