Il guazzabuglio attorno alla vicenda del nuovo ospedale di Cuneo avrà bisogno di tempo per essere dipanato. Le notizie che abbiamo ricevuto o, per meglio dire, letto sui giornali – che di ufficiale pare non sia stato più scritto nulla a Torino – hanno generato dubbio e sconcerto.
Il passaggio dell’assessore alla Sanità Federico Riboldi a Cuneo il 24 settembre ha cercato di portare un po’ di chiarezza ma siamo ancora al livello delle dichiarazioni post-elettorali, perché al momento non ci sono atti che assicurino a Cuneo il piano B per la costruzione del nuovo ospedale.
C’è la nuova promessa di una ennesima scadenza, a cavallo tra fine 2024 e inizio 2025, che dovrà vedere l’avvio della nuova gara per affidare la progettazione dell’ospedale. Quella sarà quindi, a breve, la cartina di tornasole che mostrerà se la ripartenza è reale o se è un’altra falsa partenza. Prima della notizia dell’apertura del bando di gara, dovrà arrivare la convocazione di un tavolo, a cui come Comune abbiamo chiesto di partecipare insieme a tutti gli attori del territorio, perché la nuova struttura sanitaria nasca integrata fin da subito in una progettualità che tenga conto delle esigenze del territorio, in tema di viabilità, mobilità e servizi. Sarà anche questo un segnale se per il nuovo ospedale sia stata intrapresa una nuova modalità di lavoro, rispettosa della pluralità degli attori coinvolti, ma soprattutto dei cittadini e del loro diritto e bisogno di sanità e di cura. Preoccupante sarebbe se si dovessero riproporre per il piano B le stesse modalità con cui si è consumato il piano A. Ci sono timori evidenti e diffusi, perché ci siamo già bruciati una volta e perché, appunto, mancano gli atti formali.
L’ospedale che nascerà sarà a beneficio delle persone che vivono in un territorio molto ampio, e non semplicemente dei cittadini di Cuneo. Questo va tenuto a mente per non personalizzare troppo il confronto. E infatti con i presidenti dell’Assemblea dei sindaci che appartengono al territorio dell’Asl Cn1 e dell’Asl Cn2 il consenso è solido rispetto al fatto che si deve lavorare insieme ed efficacemente per un hub territoriale che risponda alle esigenze di un bacino di popolazione molto ampio.
Le competenze in materia sanitaria sono tali per cui i sindaci hanno le armi spuntate rispetto al livello regionale. All’indomani dell’emergenza Covid, e alla luce del disastro sanitario che si era verificato, l’allora presidente dell’Anci Antonio Decaro aveva dichiarato la necessità di una “governance multilivello tra Sindaci, Asl e Regioni potenziando il ruolo dei Sindaci all’interno della Conferenza dei Sindaci”. Se ci fosse questo modello di governance, certo gli amministratori locali potrebbero contare di più. Invece, quello che possiamo fare e che facciamo è dare tutta la disponibilità a lavorare su un piano istituzionale, chiedendo di tenere aperto con costanza e continuità il canale delle comunicazioni e delle informazioni, in modo che si possa conoscere passo a passo quanto avviene. Abbiamo detto all’assessore Riboldi questa nostra esigenza, mossa dalla volontà di difendere la dignità della aspettativa dei cittadini cuneesi e per il rispetto che va loro riconosciuto. L’Assessore ci ha assicurato un nuovo incontro cuneese entro fine ottobre, per aggiornare su quanto compiuto. L’appuntamento dovrà essere un momento di verifica della fondatezza delle previsioni del Piano B.
Ho sempre sostenuto la necessità di un ospedale nuovo per Cuneo, a Confreria, che garantisca nel futuro la sanità pubblica per tutti. Un ospedale ex-novo, perché i rattoppi non hanno vita lunga. Lo sguardo invece deve essere rivolto al futuro, per un hub territoriale facilmente raggiungibile senza intasare l’altopiano, in grado di mantenere l’altissimo livello di cure che oggi il nostro ospedale ci permette di ricevere – al netto delle disfunzioni strutturali della sanità italiana in questo momento – integrato e sostenuto da una adeguata medicina di territorio. Si dice sempre che la sanità sia un tema trasversale, non politico. Ma sappiamo bene quanto la politica di fatto entri a determinarne i percorsi. Il bene superiore della salute dei cittadini richiede invece a questo punto un impegno serio e sincero che in questi ultimi mesi è mancato. Tutte le possibili campagne elettorali del territorio sono finite. Ora è tempo di lavorare.
Patrizia Manassero
Sindaca di Cuneo