“Durante quella giornata avevamo bevuto e poi scoppiò la lite e lui mi tirò il piatto in faccia”; in aula D. M., cittadino somalo, ha raccontato come si procurò la ferita al volto che gli determinò la lesione permanente di un nervo. A lanciargli il piatto era stato un compagno di cella al carcere di Cerialdo, I. D., di origine tunisina, rinviato a giudizio con l’accusa di lesioni aggravate. Il fatto si era verificato il 7 marzo 2022 e quando venne sentita il giorno dopo la vittima dell’aggressione aveva detto che non ricordava chi lo avesse lanciato: “È così che vanno le cose in carcere, ho pensato fosse meglio non denunciare poi però ragionando con il mio avvocato e con la mia famiglia ho pensato che fosse giusto raccontare tutto, anche perché ho riportato una lesione permettente del nervo”, ha raccontato al giudice l’uomo ancora detenuto in carcere. “Ricordo che avevamo bevuto molto quel giorno, poi io dissi una frase tipo ‘più sono grossi più fanno rumore quando cadono’ e da lì scoppiò la litigata e lui mi lanciò contro il piatto in pieno volto; prima di quel giorno però eravamo sempre andati d’accordo”, ha concluso il giovane. L’udienza per la discussione è stata fissata al 15 gennaio.