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Giovedì 14 novembre 2024

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Il dibattito sullo “Ius Scholae” infiamma il consiglio regionale

L'ordine del giorno presentato dal PD bocciato con 29 voti contrari e 19 favorevoli. Per il presidente Cirio "Una proposta che sa di sfida", per la minoranza "il centrodestra si sottrae al confronto"

Torino

La Guida - Il dibattito sullo “Ius Scholae” infiamma il consiglio regionale

Forte polemica in consiglio regionale sullo Ius Scholae, un provvedimento che prevede l’acquisizione della cittadinanza italiana per gli stranieri che hanno concluso un ciclo di studi in Italia (5 anni). L’ordine del giorno “Riconoscimento dello ius scholae quale requisito per la cittadinanza italiana”, presentato da Gianna Pentenero, capogruppo del Partito Democratico e discusso nella seduta di ieri (martedì 24 settembre), è stato bocciato con 29 voti contrari e 19 favorevoli.
“Un ordine del giorno che sa di sfida, non si è voluto parlare di questo argomento con serenità, ma non dovremmo utilizzare temi così importanti per cercare di dividere l’avversario – ha detto il presidente della Regione Alberto Cirio durante il suo intervento -. Un ordine del giorno che pone due temi su cui tutto il centrodestra è compattamente contrario: il riconoscimento dello ius soli, perché qui si parla dello ius scholae per arrivare allo ius soli, e poi parla di 5 anni. Lo ius soli ci vede del tutto contrari, ma non siamo nemmeno d’accordo con i cinque anni di studi che voi proponete per ottenere la cittadinanza, riteniamo che debbano essere almeno 10: è questa la durata della scuola dell’obbligo per tutti, italiani e stranieri. Questo non vuole dire che all’interno della nostra coalizione non ci siano sensibilità e posizioni diverse. La Lega, per esempio, teme che lo ius scholae possa essere una scorciatoia. Naturalmente ne parleremo all’interno della nostra coalizione, che non è un’unione aritmentica: noi come Forza Italia poniamo la questione, senza volontà di dividere, di rompere, io voglio un centrodestra moderno, che si confronta e che ragiona. Anche perché si tratta di uno scarto di soli 2 anni. Oggi già a 18 si può ottenere la cittadinanza, con lo ius scholae abbassiamo l’età a 16, calcolando i 10 anni di scuola dell’obbligo che inizia a 6 anni”.
Nessun rappresentante di maggioranza è intervenuto nel dibattito, mentre sono state diverse le dichiarazioni arrivate dalla opposizione.
“Auspicheremmo una nuova legge sulla cittadinanza, non dimenticando il tema del calo demografico e tenendo conto della necessità di avere percorsi educativi adeguati per i bambini e le bambine stranieri. Lo ius scholae è un segnale di civiltà sul quale possiamo trovare punti di convergenza, anche se è solo una partenza” ha ribadito Gianna Pentenero (PD).
“Non abbiamo firmato questo ordine del giorno – ha spiegato Giulia Marro (Avs) -, perché ne abbiamo un altro che riteniamo migliore, ma crediamo comunque che questo sia un buon segnale che va a rinnovare il patto sociale tra cittadini”.
“In Consiglio regionale si è scelto di affrontare questo tema dal punto di vista ideologico, senza entrare nel merito – hanno commentato Pasquale Coluccio, Alberto Unia, Ssarah Disabato del M5S -. Speriamo che ciò possa avvenire in Parlamento, affinché si possa arrivare all’approvazione di questa importante proposta di legge. Siamo dispiaciuti per la censura del governatore Alberto Cirio, che ha evidenziato come il Consiglio regionale non fosse il luogo idoneo per discutere certi temi e, anzi, sarebbe stato meglio parlarne fuori: una presa di posizione inaccettabile, visto anche l’importante ruolo da lui ricoperto in Forza Italia. In quest’aula noi ci lavoriamo quotidianamente e il presidente, vista la mole di assenze nella passata legislatura, dovrebbe fare altrettanto. Forse Cirio avrebbe dovuto trovare un’altra scusa, senza nascondersi dietro a posizioni di facciata che altrimenti avrebbero smascherato tutte le divisioni interne al centrodestra”.

 

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