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Venerdì 1 novembre 2024

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Manifestazione per dire “No al Decreto sicurezza, no alla repressione”

Presidio mercoledì 25 settembre alle 11 organizzato da Cgil Cuneo e Uil Asti Cuneo di fronte alla Prefettura di Cuneo per protestare contro il Ddl Sicurezza

Cuneo

La Guida - Manifestazione per dire “No al Decreto sicurezza, no alla repressione”

Mercoledì 25 settembre alle 11, la Cgil Cuneo e la Uil Asti Cuneo organizzano un presidio di fronte alla Prefettura di Cuneo per protestare contro il DDL Sicurezza che il Parlamento si appresta ad approvare. “È l’ennesima svolta securitaria di un Governo che vive con fastidio il dissenso e pensa di risolvere i problemi sociali delle persone più in difficoltà attraverso la repressione – scrivono gli organizzatori della manifestazione – Ricordiamo il decreto Caivano, il decreto rave, il decreto Cutro. Si inaspriscono le pene e si individuano nuovi reati per scoraggiare le manifestazioni pubbliche di protesta. Si affronta la questione carceri punendo indiscriminatamente tutti, tradendo un’altra volta il dettato costituzionale che riconosce la funzione rieducativa della condanna e si consegnano i detenuti (comprese le madri di figli con meno di un anno e le donne incinte) e il personale di polizia penitenziaria a condizioni di degrado ambientale in strutture sovraffollate, in cui i più deboli soccombono. Si attacca in maniera subdola il diritto di opinione agitando la paura del terrorismo della parola”.

“Si vieta l’acquisto di Sim alle persone migranti prive di permesso di soggiorno, punendo ulteriormente la condizione subita di clandestinità. Per questo governo la povertà e il disagio sociale sono colpe e responsabilità del singolo cittadino e in quanto tali vanno rigorosamente punite e tenute il più possibile nascoste”.

“La sicurezza che vogliamo è quella che si costruisce nelle periferie creando opportunità di lavoro e di avanzamento sociale, investendo nell’istruzione, nella cultura, nelle politiche attive del lavoro per favorire impieghi stabili e adeguatamente retribuiti, garantisce il diritto di tutti coloro che vivono in una comunità a manifestare, a protestare, a viveere in pieno la propria cittadinanza; si basa su adeguati organici del personale di polizia, del personale penitenziario, degli operatori sociali, cronicamente sottodimensionati, a cui vanno garantiti una retribuzione adeguata e condizioni di lavoro sostenibili attraverso il rinnovo puntuale dei contratti di lavoro; immagina un sistema carcerario umano che nell’applicare la doverosa pena detentiva, costruisca le condizioni affinché sia possibile recuperare chi ha sbagliato sottraendolo a una condizione permanente di degrado e di illegalità; favorisce percorsi di cittadinanza per le persone migranti e non le consegni all’invisibilità, pronte per essere impiegate in attività irregolari, in balia delle organizzazioni criminali. E poi c’è un’altra sicurezza, che ci sta a cuore ed è quella che riguarda la tutela della salute delle lavoratrici e dei lavoratori: si realizza investendo in formazione e prevenzione e garantendo gli indispensabili controlli ispettivi attraverso l’adeguamento degli organici degli ispettori territoriali del lavoro”.

Foto di repertorio.

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