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Mercoledì 25 dicembre 2024

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Calmante nella pappa per prendere un gattino, donna a processo

L'accusa è maltrattamento di animali, per medicinali a uso umano invece che veterinario. Una vicina aveva chiamato i Carabinieri

Mondovì

La Guida - Calmante nella pappa per prendere un gattino, donna a processo

“Da due giorni vedevo girare il gattino vicino casa, era sempre in mezzo alla strada, era un affarino piccolo e non riuscivo a prenderlo, passavano le auto ed ero preoccupata, così ho messo le gocce nella pappa. Poi sono riuscita a buttargli una coperta addosso, l’ho rifocillato, sverminato e spulciato”. Lei è E. R., la signora rinviata a giudizio per maltrattamento di animali, perché quel giorno di aprile 2022 mentre lei deponeva a terra il vasetto con la pappa in cui erano sciolte le gocce di calmante, una vicina di casa affacciata alla finestra l’aveva vista muoversi con un modo di fare che le sembrò sospetto e temendo che in quel vasetto ci fosse un boccone avvelenato, segnalò il fatto ai Carabinieri. I militari visionarono le telecamere della zona che confermarono il racconto della vicina. A casa della donna, che gestiva una pensione per cani, venne ritrovata una confezione di clotiapina, un calmante per uso umano che la donna aveva messo nella pappa. Alla domanda del pubblico ministero se quella pappa fosse idonea a uccidere o provocare lesioni, il maresciallo che aveva condotto gli accertamenti aveva risposto: “Il solo ritrovamento qualificava quella come un’esca ed era già una violazione”. Secondo la legge infatti la somministrazione di farmaci ad uso umano è consentita quando per una determinata patologia che crea sofferenza nell’animale non esiste un farmaco veterinario. Secondo il veterinario consultato dai militari, quel farmaco se somministrato in dosi sbagliate, poteva avere delle controindicazioni soprattutto in presenza di altre patologie. Secondo la veterinaria chiamata dalla difesa però non esiste in ambito veterinario un farmaco con tale indicazione e quindi può essere prescritto dal veterinario sotto la sua responsabilità. “Quel gattino avrà avuto un mese circa, qualcuno lo avrà buttato sul ciglio della strada come fanno sempre perché sanno che c’è il canile – ha spiegato l’imputata -, era affamato e gli ho dato da mangiare. Dopo averlo sverminato e spulciato l’ho affidato alla moglie di un amico”. Almeno per il gatto questa vicenda è finita bene, per la donna accusata di maltrattamento di animali occorrerà attendere il 19 novembre.

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