L’ufficialità continua a non esserci ma è ormai dato per che il nuovo ospedale di Cuneo non si farà con il privato. Il partenariato pubblico privato di iniziativa privata della Inc Spa della famiglia Dogliani di Narzole per la costruzione del nuovo ospedale di Cuneo, non regge. Lo certifica la Regione Piemonte dopo la relazione, che il direttore generale dell’Azienda sanitaria ospedaliera Santa Croce e Carle Livio Tranchida aveva trasmesso in Regione con i pareri degli advisor, Bocconi e Ausl Emila Romagna. Una relazione spedita a inizio giugno e che aspetta da mesi sulle scrivanie del presidente Alberto Cirio, del neo assessore Federico Riboldi e del direttore generale della sanità piemontese Antonino Sottile. La Guida già a fine luglio aveva anticipato la notizia.
L’ospedale che dovrebbe sorgere intorno al Carle non è più davvero realizzabile soprattutto per i costi che sembra abbiano continuato ad aumentare mettendo a dura prova quel dato necessario in un grande progetto pubblico, cioè la convenienza economica per la pubblica amministrazione e con un equilibrio positivo costi-benefici. Troppe incertezze soprattutto sui conti del partenariato con il privato che per sopperire ai rincari dovrebbe anche aumentare, o in costi o in durata, il canone di disponibilità dell’opera e per i servizi accessori, anche in questo caso minando la convenienza pubblica dell’operazione. Le cifre ufficiali della procedura non si conoscono e le bocche sono cucite ma le cifre emerse nei mesi scorsi, anche nei dibattiti del consiglio comunale di Cuneo, si aggirano intorno ai 500 milioni di euro.
La Regione continua a negare e rimandare al tavolo con la conferenza dei sindaci che sarà in Prefettura martedì pomeriggio, ma per Cuneo è uno stop. Tutto da rifare.
La soluzione che la Regione proporrà sarà la strada fondi Inail, 300 milioni con incremento dei 150 milioni ex articolo 20 per arrivare alla cifra necessaria.
Ma ora è tutto da rifare da capo. A partire dal progetto.
Insomma da Torino, nonostante gli annunci di questi ultimi due anni, ci dicono che Cuneo può attendere…