Un provvedimento di sospensione dal servizio è stato emesso nei giorni scorsi dalla Giudice delle indagini preliminari del tribunale di Cuneo Daniela Rita Tornesi nei confronti di due dei 33 agenti di Polizia penitenziaria indagati dalla Procura di Cuneo nell’ambito di un procedimento in cui si contestano i reati di tortura, abuso di autorità e lesioni. Gli episodi al centro dell’indagine si sarebbero verificati nel carcere di Cerialdo a ottobre e dicembre 2021, aprile 2022 fino all’ultimo episodio di giugno 2023 in seguito al quale l’indagine, in corso da tempo, subì una forte accelerazione che portò agli avvisi di garanzia e poi alle perquisizioni dell’ottobre dell’anno scorso. Alla richiesta di misure cautelari avanzata dal pubblico ministero Mario Pesucci che conduce l’indagine insieme al Procuratore Onelio Dodero, la Gip del tribunale ha risposto disponendo la misura della sospensione dal servizio per un assistente capo e un ispettore, rispettivamente per dodici e dieci mesi. L’episodio che diede una forte accelerata all’indagine si sarebbe verificato nella notte del 21 giugno 2023 nella cella 417, dove quattro detenuti pakistani durante il giorno avrebbero ripetutamente battuto contro le sbarre della cella per protestare contro i trattamento riservato a un loro connazionale che si trovava nella cella accanto e che aveva invano chiesto di essere portato in infermeria per un forte dolore alla gamba. Quando la sua richiesta venne accolta, gli altri posero fine alla protesta. Di sera però 14 agenti, in abiti civili e fuori dal servizio, sarebbero entrati nella cella e avrebbero picchiato i quattro; un pestaggio proseguito nel corridoio, lungo le scale e nella stanza attigua a quella delle visite. Calci, pugni, insulti razzisti e minacce sarebbero state raccontate dai quattro detenuti cui si aggiunse anche il detenuto ricoverato precedentemente; tutti vennero poi condotti nelle celle d’isolamento da dove uscirono il giorno dopo, lasciati in celle senza materassi e senza acqua nel bagno, uno di loro lasciato a terra con addosso solo le mutande. Quando vennero poi medicati, ai cinque vennero riscontrate contusioni multiple al capo e all’addome, con prognosi che andavano dai 7 ai 15 giorni. Ad aprile 2022 risalirebbe invece l’episodio contestato di lesioni denunciato da un detenuto marocchino, picchiato in testa con un oggetto metallico e lasciato in stato di incoscienza in cella d’isolamento, dove venne trovato, ancora svenuto, dall’addetto alla vigilanza durante un giro di controllo. La prognosi in quel caso fu di 30 giorni.