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Giovedì 19 settembre 2024

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Enrico Costa lascia Azione e ritorna in Forza Italia

Contrario al campo largo e alle scelte di Calenda. Cosa fanno gli aderenti di Azione in provincia di Cuneo?

Cuneo

La Guida - Enrico Costa lascia Azione e ritorna in Forza Italia

Enrico Costa, passa da Azione a Forza Italia. Meglio ritorna per la terza volta in Forza Italia dove era già stato. Il deputato monregalese dopo aver lasciato il partito di Silvio Berlusconi era stato convintamente a fianco di Carlo Calenda in Azione, primo deputato ad aderire al nuovo partito, tanto da ricoprirne il ruolo di vice. Ora torna in Forza Italia perché dice è venuto meno il ruolo del Terzo Polo e perché le allenze di Calenda, dove ci sono, sono tutte con il centrisinistra in un campo largo.

“Ho vissuto – dice Costa – ogni istante con la responsabilità e la consapevolezza di aver coinvolto tante persone in un percorso ‘terzo’ e liberale. Ho subito con sofferenza la frantumazione del Terzo Polo e le scelte conseguenti che hanno intaccato la terzietà di Azione. Uno spostamento progressivo dal progetto originario con un pullulare di alleanze a senso unico è per me del tutto innaturale.
Non ho condiviso questo percorso e, pur rispettandolo, non posso seguirlo. Mi sono sforzato di spiegare che Azione era nata all’opposizione del Governo Conte bis, composto dalle stesse forze del Campo Largo, ma le mie osservazioni sono state liquidate come critiche di un insofferente, anziché seri argomenti di discussione. È sotto gli occhi di tutti che i partiti del ‘campo largo’ hanno posizioni antitetiche rispetto alla linea che abbiamo rappresentato in questi anni.  È sufficiente pensare alla violente critiche che hanno riservato alle mie proposte sulla giustizia per avere chiara l’impraticabilità di quell’area da parte di chi sostiene una politica garantista. Provengo da una tradizione liberale e intendo impegnarmi al fianco di chi condivide gli stessi valori e principi.  Con l’adesione al gruppo parlamentare di Forza Italia proseguirò le battaglie garantiste che da sempre conduco. Le convergenze sui temi della giustizia, a partire dalla separazione delle carriere, sono infatti oggettive: lavorerò al fianco di colleghi esperti e preparati con i quali il confronto costruttivo non è mai cessato. Manterrò intatta la mia autonomia di pensiero orientata a tutelare sempre, e non solo quando conviene, la presunzione di innocenza, il diritto di difesa, il giusto processo, la certezza della pena, da non confondersi con la certezza del carcere, la finalità rieducativa della pena. Agli amici di Azione con cui ho condiviso un percorso intenso e a Carlo Calenda, cui mi lega un affetto sincero, auguro il meglio per il futuro e li ringrazio per avermi sopportato e supportato in questi anni”.

Costa, 54 anni, avvocato, ha iniziato la sua carriera politica all’ombra del padre Raffale, prima nel Partito Liberale, poi nell’Udc e poi dal 1998 in Forza Italia dove viene letto prima in consiglio provinciale, poi in consiglio regionale, poi dal 2006 parlamentare, prima di Forza Italia, poi nel Popolo della Libertà. È relatore delle norme nel campo della giustizia molto discusse dal “Lodo Alfano” poi abrigato dalla Corte Costituzionale, al Legittimo impedimento. Passa poi al Nuovo Centredestra di Alfano, diventanto capogruppo alla Camera con cui nel governo Renzi diventa prima viceministro alla giustizia e poi ministro per gli affari regionali e le autonomie e le politiche alla famiglia, deleghe che mantiene anche con Gentiloni. Passa da Alterntiva Popolare a Fare-Pri-Liberali e poi a Noi con l’Italia che abbndona nel 2018 tornano a Forza Italia che lascia nel 2020 per passare con Calenda in Azione di cui diventa vicesegretario. Contro le scelte di Calenda lancia un appello insieme a Luigi Marattin di Italia Viva per costruire un unico partito liberal democratico, poi a luglio dsi dimette da vicesegretario di Azione che oggi ha lascia.

La scelta di Costa segnerà anche una svolta di campo per gli aderenti “costiani” di Azione in provincia di Cuneo, a partire da una parte dei consiglieri comunali della maggioranza di Centro per Cuneo e dal presidente della provincia Luca Robaldo?

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