Non ce l’ha fatta la giovane aquila ritrovata in zona Marguareis e trasferita presso il Centro Recupero Animali Selvatici di Bernezzo. Come riportato dal sito dell’ente Aree Protette Alpi Marittime, il ritrovamento è avvenuto domenica 1° settembre da parte di uno speleologo francese del Club Martel di Nizza, che in perlustrazione nella zona dell’Abisso Scarason ha visto il rapace bloccato sul fondo di un pozzo carsico di circa quattro metri di profondità.
La segnalazione è arrivata alle Aree Protette delle Alpi Marittime e la mattina del lunedì i dipendenti dell’Ente Massimo Sciandra e Marco Alifredi hanno individuato il pozzo, in cui era intrappolato il giovane esemplare di aquila. Con una calatata hanno raggiunto l’animale, fortemente debilitato anche per la bassa temperatura, circa tre gradi, del punto in cui si trovava. L’acquila non ha dato segni di resistenza, né quando è stata avvicinata e riportata in superficie, né durante il trasferimento a Bernezzo per il ricovero presso il Cras, dove purtroppo, già nella giornata di martedì 3 settembre, ha cessato di vivere.
“L’intrappolamento – spiega ancora la nota del Parco Alpi Marittime – ha sorpreso gli esperti, che ritengono un tale evento piuttosto raro. Si ipotizza che la giovane aquila stesse inseguendo una preda e che non sia stata in grado di risalire a causa del diametro limitato del pozzo, tale da impedire un sufficiente movimento delle ali. Sull’animale saranno effettuate analisi per escludere una debilitazione dovuta ad avvelenamento o saturnismo, intossicazione da piombo derivante dalle attività venatorie”.