Sabato 14 settembre il Parco del Monviso organizza “Buco di Viso, terra di confine”, un’escursione accompagnata da una guida naturalistica della durata di una giornata intera che ha come meta il primo traforo delle Alpi, nel territorio di Crissolo. La camminata è gratuita e ha difficoltà media (E/EE), con dislivello positivo di 930 m; la durata prevista è di circa 6 ore di cammino effettivo tra andata e ritorno.
Il pranzo potrà essere consumato al sacco. Il ritrovo è fissato alle ore 9 al Pian del Re, nei pressi del Centro Visita del Parco del Monviso; il rientro è previsto per le ore 16 circa. In caso di meteo avverso l’organizzazione si riserva di annullare l’escursione, comunicandolo agli iscritti. Sono disponibili 20 posti; per ulteriori informazioni è possibile contattare l’Associazione Itur all’indirizzo di posta elettronica
monviso@itur.it.
Durante l’escursione la guida racconterà ai partecipanti la straordinaria storia del Buco di Viso, realizzato nella seconda metà del Quattrocento per migliorare una direttrice commerciale allora fondamentale per il Marchesato di Saluzzo e che oggi è diventato un passaggio strategico ed emozionante del Giro del Monviso, uno dei più frequentati trekking in quota dell’intero arco alpino.
Nel 2014 il tunnel, che già da molti anni era quasi completamente ostruito in corrispondenza dell’uscita sul lato francese a causa dei numerosi detriti pietrosi che vi si erano accumulati, è stato recuperato e rimesso in sicurezza: in quell’anno il Parco del Monviso – denominato allora Parco del Po Cuneese – ha coordinato i lavori in qualità di soggetto attuatore per conto della Regione Piemonte – Direzione opere pubbliche, difesa del suolo, economia montana e foreste.
La parte più significativa degli interventi è stata quella che ha interessato la parte francese, con la realizzazione di una galleria artificiale poi ricoperta con pietrame reperito in loco, che avanza per circa 23,5 metri dall’uscita del tunnel naturale e prolunga, per migliorarne l’efficacia in termini di difesa dall’ostruzione del tunnel da parte di pietrame e neve, un intervento in muratura già realizzato ai tempi dello scavo della galleria nella roccia.
Sul lato italiano i lavori effettuati sono stati di entità minore e hanno interessato essenzialmente la messa in sicurezza della parete sovrastante l’entrata del tunnel mediante il disgaggio di alcuni blocchi considerati instabili e la posa di reti dissipative a basso impatto visivo per trattenere l’eventuale caduta di materiale roccioso.
All’interno del tunnel è stato effettuato un intervento di tipo archeologico, con lo scopo di riportare alla luce il terreno originariamente calpestato nel XV secolo.
I lavori per la realizzazione del Buco di Viso furono avviati nel 1478 su volontà del marchese di Saluzzo Ludovico II, d’intesa con il re di Provenza Renato D’Angiò. L’impresa fu terminata in 18 mesi da maestranze italiane, con lo scopo di agevolare il passaggio di merci da un versante all’altro delle Alpi.
A quei tempi, infatti, il Marchesato di Saluzzo necessitava di una via di commercio alternativa ai passi controllati dai Savoia, in particolare per evitare i dazi imposti sull’acquisto del sale proveniente dalle saline della Provenza. Per questo motivo si scelse di migliorare il percorso più rapido, ovvero quello attraverso il Colle delle Traversette, scavando una galleria di 75 metri che permetteva di evitare la parte terminale più ripida e pericolosa della salita al passo, che culmina a 2.950 m di quota. Nel corso dei secoli, passò attraverso il Buco di Viso non solo il sale, ma anche canapa, lino, olio di noce e tutto ciò che, prodotto nel Monferrato o nel Saluzzese, poteva essere appetibile per i mercati franco-provenzali.
Inoltre, di qui passarono anche gli eserciti di Carlo VIII, Luigi XII e Francesco I, fino alla temporanea chiusura della galleria durante la Rivoluzione Francese.