Il percorso
Sono giustamente molto noti i percorsi occitani in Val Maira: uno di una serie di rifugi e alberghetti in quota. Ma non sarebbe possibile qualcosa di simile anche in altre valli? Guide e camminatori da tempo se lo chiedono e in Valle Stura il progetto non è lontano dalla realizzazione, grazie al sentiero pensato dell’associazione Lou Viage e ideato e realizato dalla Comunità Montana Valle Stura che corre lungo tutta la valle in 19 tappe e tocca tutti i Comuni della valle. Noi ne abbiamo provato un tratto sul lato sinistro della valle, da Borgo San Dalmazzo a Pontebernardo, ideato, scritto e gestito dall’Unione Montana Valle Stura/Ecomuseo della Pastorizia in collaborazione con l’associazione Formicalab, finanziato dalla Fondazione Cassa di risparmio di Cuneo che ha coinvolto due gruppi di studenti del liceo classico e scientifico Peano-Pellico di Cuneo e dell’istituto professionale Cillario – Ferrero di Cortemilia, accompagnati dai loro insegnanti e dalle valide guide Stefano Melchio e Giovanni Mozzi e da Miriam Rubeis, animatrice dell’Ecomuseo della Pastorizia che ha gestito l’organizzazione delle attività e della logistica. Abbiamo notato che in Valle Stura, attualmente, mancano un poco i punti di sosta per un percorso così, ma in compenso c’è un discreto servizio di trasporto pubblico che può essere molto utile per collegare le tappe senza usare l’auto. Volendone consigliare un tratto, sceglieremmo una tappa, forse un poco più dura delle altre ma decisamente panoramica: quella da Vinadio a Sambuco passando per il Colle della Neirassa. Ve la raccontiamo, grazie anche al sito Lou Viage che vi consigliamo di consultare.
Come arrivare
Si percorre la strada da Borgo San Dalmazzo della Valle Stura per Vinadio. Lasciare l’auto in uno degli ampi parcheggi e salire dalla “portassa” verso la parte alta del forte albertino per seguire il percorso che porta a Neirassa. Sarebbe possibile arrivare alla frazione in auto e ciò ridurrebbe il dislivello, che altrimenti sarà di circa 1.000 metri, ma in questo modo, se scenderemo con l’autobus da Sambuco a Vinadio, non sarebbe facile recuperarla.
L’itinerario
Parcheggiata l’auto, si dovrà salire a fianco delle mura del forte, costruito da Carlo Alberto tra il 1834 e il 1847, non senza prestare attenzione alla chiesa parrocchiale di San Fiorenzo, fondata nel 1321 a spese della comunità, col suo bel campanile romanico e le “têtes coupées” nel portale, per poi imboccare la ripida strada asfaltata fino al primo ampio tornante in cui si prenderà sulla destra la stradina sterrata che confluirà, vicino a un ponticello, nel sentiero segnato sulla paline come Lou Viage, che corre parallelo al rio Neirassa. Ma presto dovremo deviare sulla sinistra diretti alla frazione diroccata di Lentre e, in seguito, a quella di Castellar. In un’oretta arriveremo a Neirassa, con la sua chiesetta e il forno comunale da cui godremo di una bella vista della valle. Questa borgata si trova su una spianata che i geologi definiscono tipica di una “valle sospesa”. Da essa, dopo una pausa alla fontana, riprenderemo la salita sulla sinistra del villaggio verso il colle di Neirassa, evitando il sentiero per il rifugio Nebius e seguendo invece l’ampia strada sterrata, liberi di tagliare qualche tornante per accorciare il cammino. Per ampi pascoli fioriti in questa stagione, arriveremo in un’altra oretta sul crinale dove troveremo i ruderi di una caserma (m 2.015). Si apre improvvisamente la parte alta della Valle Stura e la vista spazia fino al Colle della Maddalena e alle montagne che lo circondano. La discesa procederà di nuovo per il sentiero segnalato come Lou Viage, che scende per un lungo tracciato ben tenuto che taglia i pascoli alti e giunge al colle della Chiardoletta (1.761 m) per poi scendere decisamente verso l’omonima borgata e da lì rapidamente a Sambuco. La discesa sarà piuttosto lunga, con alcuni tratti su una costa un poco franosa a cui bisognerà prestare attenzione, soprattutto se si è in bici. Una birra, una pausa, e poi l’attesa del bus per il ritorno, che sicuramente bisognerà implementare se vorremo rendere possibili questi percorsi nelle valli. Se invece si volesse prolungare il trekking di un giorno, si può tenere presente che a Sambuco non sarà difficile pernottare e collegarsi, il giorno successivo, con il bell’anello della “pecora sambucana” che ci porterà fino a Pontebernardo seguendo il versante a sinistra della valle, per un cammino molto esposto al sole e quindi forse preferibile nelle stagioni intermedie, che attraversa frazioni ancora abitate fino a non molto tempo fa, e si richiude a Pietraporzio dopo un ritorno sul versante opposto del fiume.
Località di partenza: Vinadio (m 905). Località di arrivo: Sambuco (m 1.184).
Distanza totale: 14 km circa.
Dislivello in ascesa: 1.000m.
Dislivello in discesa: 880 m.
Tempo di percorrenza: 4-5h.
Grado di difficoltà: E.