Cornelio Cerato fotografo e artista di Cuneo è nato nel 1958. La sua attività professionale (ha un noto negozio di fotografia in centro città) si accompagna, soprattutto negli ultimi anni, ad una sempre più importante attività artistica. Ha una formazione artistica presso l’Accademia di Belle Arti di Torino, dove sceglie l’indirizzo di Scenografia. Approda alla fotografia professionale in seguito ad un corso frequentato sempre all’Accademia Albertina. Collabora da tempo con l’Associazione Artistica Culturale Magau e con il Club Unesco di Alba, anche in veste di organizzatore e curatore di eventi artistici, legati alle attività del Club sul territorio. Tra le sue mostre recenti si segnalano la personale ”9 Luoghi Improbabili” alla galleria Officina dell’Arte in Cuneo e le collettive “Omaggio a Fellini” in Palazzo Samone a Cuneo, “Ri-Generare”, con l’Associazione MAGAU al Filatoio di Caraglio nel 2016, e poi la serie di mostre collettive “Eclectica”. È un grande appassionato di fotografia e del cinema di Federico Fellini, oggi vanta mostre in tutta la nostra provincia e collaborazioni con pittori e fotografi.
A Cuneo ha esposto e sta esponendo di nuovo rielaborazione di tre fotografie pubblicate sulla prima pagina de La Stampa che hanno segnato un anno di sangue: il 2023. “Apocalisse in Turchia”, realizzata da Sertac Kayar cogliendo il dramma del terremoto; “The sierge of Mariupol” di Evgeniy Maloletka, ha vinto il World Press Photo 2023 e l’opera di Saber Neruldine “Mohammed Saber” dell’Epa-European Press Photo Agency. Cornelio Cerato ha ingigantito le tre immagini – la più grande è lunga oltre due metri – ed è intervenuto con pastelli a cera su alcuni particolari.
“Volevo richiamare l’attenzione su questi incredibili scatti, ma nel farlo è subentrata anche l’esigenza di andare oltre: ho aggiunto dei colori pop che rendono queste tre immagini essenzialmente iconiche e, dal loro primitivo valore di cronaca, nella mia intenzione diventano simboliche – dice Cerato alla giornalista e critica di Cuneo Vanna Pescatori -. Nella tecnica mi sono ispirato a Roy Lichtenstein, il grande artista pop degli Anni ’60 che operava sull’ingrandimento della retinatura tipografica. Ho fatto un’accurata scansione delle tre immagini fotografiche prese dal quotidiano La Stampa, poi le ho stampate su grande dimensione e infine è iniziato il mio intervento artistico”.