Una quarantina di persone domani (domenica 25 agosto) sfileranno per le vie cittadine con i costumi tradizionali. A indossarli i protagonisti dell’Abaiya, la rappresentazione proposta dal Gruppo folkloristico di Limone e Valle Vermenagna ai suoi abitanti e villeggianti in occasione della festa di San Secondo, che pur non essendo patrono ha sempre goduto di una venerazione particolare da parte della comunità locale. Gli uomini indossano giacca e pantaloni alla zuava neri, cappello a due punte e colorate fusciacche; le donne, gonne ampie, grembiuli in pizzo e ricchi scialli in seta. Il corteo è completato dalla presenza di un calesse trainato da un cavallo e da cavalieri. La partenza è intorno alle 10 dalla cappella di San Secondo. Il gruppo scenderà via XX settembre, raggiungerà la parrocchiale per partecipare alla Messa delle 11 e poi porterà in processione nel centro storico la statua di San Secondo con l’accompagnamento musicale della banda di Robilante. Alle 16, in piazza del municipio, sarà eletto il nuovo Abbà con un preciso cerimoniale, seguiranno danze tradizionali e l’aperitivo offerto ai presenti.
L’Abaiya è una tradizione molto antica e nei nostri territori quasi sempre legata alla cacciata dei Saraceni. Nel tempo, in alcuni casi, ha preso connotazioni diverse. Quella attuale “deriva dalle Abbadie dell’epoca medioevale – spiega il presidente del gruppo, Manuel Giordano – ma la nostra è stata rifondata nel 1700 con la dotazione di divise di epoca napoleonica, come era previsto a quel tempo per le rappresentazioni. I compiti delle Abbadie erano simili a quelli dell’attuale Protezione civile, e poi la difesa da scorribande, il mantenimento dell’ordine pubblico e di aiuto alle persone e famiglie in difficoltà”.
Dimenticata per lungo tempo, la festa dell’Abaiya di Limone è stata “riscoperta” all’inizio degli anni 70 e riproposta un po’ a singhiozzo fino a strutturarsi con la costituzione di un’associazione di promozione sociale (Aps). Tutto l’anno, due volte al mese i membri, che arrivano anche da altri paesi della valle, si ritrovano per laboratori, attività sociali, per diffondere e per tramandare la tradizione alle giovani leve.