Con una nota congiunta la Federazione degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri del Piemonte esprime “preoccupazione e sconcerto per il modo con cui la Regione, ed in particolare Azienda Zero, stanno ritenendo di affrontare il problema della grave carenza dei medici del Sistema di Emergenza Territoriale 118”.
La presa di posizione arriva in seguito all’incontro che si è svolto lunedì pomeriggio con la presenza di tutti i presidenti degli Ordini di Medici Chirurghi e Odontoiatri del Piemonte e riguarda in particolare la delibera emanata da Azienda Zero e relativa a protocolli inerenti l’attività del 118 Piemontese.
“Nello specifico la recente delibera per la somministrazione di farmaci analgesici stupefacenti secondo gli algoritmi clinico-assistenziali infermieristici, declama che gli algoritmi stessi sono stati già presentati a tutti gli Ordini del Piemonte, contrariamente a quanto realmente avvenuto, ovvero la presentazione degli stessi in modo difforme e frammentario ai Presidenti delle Provincie sedi di Postazione del 118, ad eccezione di Cuneo, quindi non a tutti gli otto Presidenti.
In tali occasioni sono state avanzate da parte dei Presidenti numerose perplessità sulla validità incondizionata e sulla effettiva applicabilità degli algoritmi stessi, e sulla possibilità attraverso il loro utilizzo di garantire la sicurezza del paziente e degli operatori oltre ogni ragionevole dubbio.
Anche l’impegno assunto da parte di Azienda Zero di nuovi incontri collegiali per un necessario aggiornamento sullo stato di applicazione degli algoritmi infermieristici in funzione dell’attività del 118, richiesto dai Presidenti, ad oggi è stato disatteso. La grave carenza di medici non può essere surrogata in modo semplicistico tramite delega di funzioni alle altre figure professionali che lavorano nell’ambito sanitario.
La professionalità e la peculiarità dell’atto medico non possono essere acquisite tramite delibere, leggi o regolamenti, che spesso vanno a confliggere con la normativa nazionale. La consultazione degli ordini non può essere declassata ad una fastidiosa incombenza. Al contrario solo dal fattivo coinvolgimento degli Ordini dei Medici e dal rispetto del loro ruolo specifico di enti sussidiari dello Stato, forse è possibile ritrovarsi su percorsi condivisi che vadano veramente incontro alle esigenze del paziente e degli operatori sanitari.
Richiediamo urgentemente un incontro con l’assessore alla Sanità della Regione Piemonte per riaffrontare in modo costruttivo la questione della grave carenza dei medici”.