Se il volume precedente, secondo di un ideale trittico dedicato alla storia del territorio della Valle Vermenagna, si fermava in particolare sulla presenza della Riforma in questo luoghi, il terzo tomo focalizza la sua attenzione sulla presenza sempre nella zona di Vernante sulle testimonianze di arte popolare a soggetto religioso.
L’autore dunque si impegna in una descrizione dettagliata di alcuni manufatti generalmente collocati in angoli non sempre immediatamente accessibili di una valle laterale.
Talvolta sono opere che risultano dimenticate dai tempi moderni, eppure sono custodi di una religiosità che trasferiva su affreschi di semplice fattura la propria spiritualità sempre legata alla vita quotidiana. Così facendo sosteneva il ricordo di precisi e significativi momenti della vita o di affidamenti da parte di una comunità o anche solo di una singola famiglia.
Se è vero che per apprezzare un’opera d’arte, seppur popolare, bisogna farne esperienza attraverso la conoscenza diretta, questo libro non fa che confermare la necessità di vedere di persona dipinti e manufatti. Sono da cercare, ma possono soddisfare l’interesse del curioso come del ricercatore nel campo tanto della religosità popolare quanto delle sue espressioni artistiche
La precisa e ricca descrizione che ne viene fatta è correttamente supportata dalla altrettanto estesa documentazione fotografica, anche se di fatto, soprattutto per chi pratico non è del posto, risulta poco agevole apprezzare compiutamente le opere descritte solo sulla carta.
Per questo motivo il saggio appare anche come un invito a percorrere sentieri e strade del territorio vernantino tenendo gli occhi aperti, attenti a scoprirne i piccoli tesori per lo più testimoni silenziosi oggi, ma fortemente simbolici un tempo per la fede popolare.
Avendo come punto di partenza di questo ideale cammino il piccolo santuario di Madonna della Valle, sulla sinistra orografica del Vermenagna, l’autore guida nel percorso lungo piloni votivi e altri affreschi sui muri delle case o delle cappelle dislocati in alcune valli laterali. Alla descrizione delle immagini fanno eco le molte note che si assumono il compito di inserire l’iconografia in oggetto in un contesto storico e culturale più ampio.
Allo stesso modo attraverso queste testimonianze si rinnova l’attenzione verso la leggenda di Colapesce. Di origine siciliana se ne trovano testimonianze in svariati punti della penisola tanto da coinvolgere in vivaci discussioni e redazioni celebri personaggi della cultura italiana da Croce a Calvino fino a Sciascia. L’autore ritrova l’eco di questo racconto anche nel territorio di Vernante, confermando quanto già si sosteneva nel precedente volume essere cioè questa terra di passaggio quindi di rimescolamento culturale.
Alvernant. Pilun dal valun frumentin
di Lorenzo Dalmazzo Ciucherous
Editrice Primalpe
euro 22