«Je t’aime, mon Dieu! Je t’aime Centrafrique!». Con queste parole padre Aurelio Gazzera salutava al termine della celebrazione di consacrazione che domenica 9 giugno nella cattedrale di Bangui lo ha consegnato come vescovo al popolo di una chiesa locale della Repubblica Centrafricana. Le parole di padre Aurelio stanno a richiamare quel “solo Diòs basta!” di S. Teresa d’Avila, riformatrice dell’ordine dei carmelitani, la cui spiritualità è fonte e forza di tutta l’attività evangelizzatrice del nuovo vescovo. Ma sono anche una conferma di quell’amore con cui padre Aurelio, ormai da trentatre anni, si è consegnato ad un popolo fra i più poveri e sofferenti del continente africano e del mondo. Sono altresì un rimando alle parole scelte dal nuovo vescovo per il suo stemma episcopale: “Tu cognoscis quia amo te” (Gv. 21,17), “Mo inga mbi ye mo” (in sango, lingua locale), che abbiamo sentito ripetere infinite volte, specie nei canti, nelle giornate che abbiamo condiviso con padre Aurelio. Con don Carlo Berrone, don Beppe Panero e don Gabriele Mecca sono stato testimone di una giovane chiesa, gioiosa nella sofferenza, e di un pastore “con l’odore delle sue pecore”.
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