Da Saluzzo a Gerusalemme sulle orme della fede senza disdegnare l’aspetto culturale: con questo spirito a fine Ottocento parte la prima “Carovana” della diocesi saluzzese. Gli organizzatori sono due sacerdoti, don Onorato Colletti e don Giuseppe Vicini, ambedue autori di libri che riassumono questa esperienza ad uso dei futuri pellegrinaggi.
A fine Ottocento i tempi sono maturi per allargare l’esperienza dei lunghi viaggi anche ad una platea non di soli intellettuali o nobili. C’è una borghesia che sta crescendo nella presenza delle attività economiche e ha dunque i fondi necessari per affrontare spese di un viaggio certo non alla portata di tutti.
Il “grand tour” romantico di inizio secolo si libera dalle strettoie della moda elitaria per assumere nuovi volti e, in questo caso, diventare esperienza di fede. Lo sviluppo della rete ferroviaria e la consapevolezza che il turismo può diventare fonte di ricchezza per le terre visitate sostiene questa piccola rivoluzione che immerge nel fascino del vicino Oriente.
È il 28 agosto 1889 quando il primo pellegrinaggio parte dalla stazione di Saluzzo dopo aver riunito “compagni sufficienti per godere i ribassi”. Don Vicini fornisce una dettagliata cronaca del viaggio e della permanenza a Gerusalemme. Il treno è il primo mezzo fino a Budapest “dove comincia l’Oriente”. Poi si prosegue in battello sul Danubio e sul mare fino a Costantinopoli dove il pellegrino poco avvezzo ai viaggi “deve certamente mettersi le mani nei capelli per evitare le mille noie che gli si parano davanti”.
Dopo un mese di viaggio si arriva al porto di Giaffa, poi in “vettura” verso Gerusalemme che don Colletti descrive come “squallida, triste, pare condannata ad una eterna melanconia”. I pellegrini però sono rinfrancati dall’entusiasmo della fede: “entrammo nella città santa, ringraziando Dio, che ci aveva fatti degni di tanta ventura”.
Dopo i luoghi sacri della città sono previste anche tappe nei paesi vicini. Qui è il cavallo a sostituire talvolta la vettura aggiungendo una sfumatura avventurosa al pellegrinaggio, tanto che pochi anni dopo considerando lo sviluppo della rete ferroviaria, don Vicini commenterà “È vero, tali viaggi offriranno maggiori comodità; ma sarà pur sempre vero che il cavalcare dà più soddisfazione e diletto”.
Il libro di Paolo Gerbaldo segue passo passo questa esperienza nuova appoggiandosi alle annotazioni che i due sacerdoti riportano con cura.
Quanto dista l’Oriente
di Paolo Gerbaldo
Editrice Fusta
euro 18