La Grotta delle Vene chiamata anche “Garbo della Gisetta, Grotta della Gasta”, è una cavità che unitamente alla continua Grotta delle Fuse, rappresenta la risorgenza di tutto il sistema del Mongioie. La Grotta delle Vene risale al XVIII secolo e si sviluppa in profondità per circa 4 km in un reticolo di gallerie, laghetti e sifoni. Sulle prime esplorazioni delle gallerie delle Vene non si hanno dati certi; con Capello nel 1952 iniziarono le esplorazioni sistematiche. È raggiungibile a piedi dal Rifugio Mongioie con una camminata di circa 1 ora (3,2 km circa di andata). La presenza di chirotteri ne evita la frequentazione dal 1° novembre al 31 marzo.
Il Rifugio Mongioie si trova ad un’altitudine di 1520 m, massima 1640; dislivello 119 metri. Si segnala il Ponte Tibetano chiuso. Partendo da Viozene occorre seguire le indicazioni per il Rifugio Mongioie. Dal Rifugio si intraprende il Sentiero Sant’Ignazio Abbo che si trova in prossimità del Rifugio e che anticamente era il tracciato che collegava gli abitanti di Viozene a Carnino Inferiore. Il percorso è quasi tutto pianeggiante, a parte l’ultimo tratto finale. Nella prima parte è circondato da pascoli verdeggianti, mentre nella seconda parte è immerso in una pineta. Oltrepassato il bivio per Viozene, si supera il tratto roccioso attrezzato con corda e da lì a poco si raggiunge l’imbocco della Grotta delle Vene, ubicata sotto la parete verticale della Rocca del manco.
La Grotta è molto suggestiva, ma l’ingresso è difficoltoso, in quanto occorre salire una scala di ferro e percorrere una passerella che conduce ad una stanza. La grotta prosegue sviluppandosi per diversi chilometri in un reticolo di gallerie, laghetti e sifoni visitabili solo con le dovute attrezzature e competenze speleologiche. Al ritorno si prende il bivio per Viozene e in circa 35-40 minuti si torna in paese.