Sono circa duemila gli alpinisti che ogni anno scalano il Monviso. In maggioranza sono italiani ma anche parecchi francesi. Nel 1906 quando l’alpinismo era un’attività diciamo così, d’élite, era stato scalato soltanto da 127 persone tra alpinisti, guide e portatori.
Il primo incidente mortale sul Viso si verificò dopo 35 anni dalla sua prima ascensione – portata a termine con successo da William Mathews, Frederick Jacomb, Jean-Baptiste Croz e Michel Croz il 30 agosto del 1861 (Mathews, Michel Croz e i signori Bonney e Hawkshaw avevano fatto un altro tentativo l’anno precedente ma il progetto era fallito a causa del maltempo) – il 6 agosto 1895.
Ne fu vittima Giovanni Calcino, un ingegnere di Torino neolaureato, che scivolò e precipitò per 450 metri in quello che sarebbe stato poi ribattezzato “canale Calcino”, uno dei tratti più insidiosi della via normale (soprattutto in discesa). Dovettero passare 21 anni perché sul Re di pietra si verificasse il secondo, tragico incidente fatale, avvenuto nel 1916.
La guida alpina di Crissolo Quintino Perotti (1906-1990), storico gestore del rifugio “Quintino Sella”, è a tutt’oggi l’uomo che ha compiuto il maggior numero di ascensioni sul Monviso, salendo per ben 749 volte in vetta alla montagna più alta delle Alpi Cozie.