Riceviamo e pubblichiamo
“Riteniamo che Il comitato spontaneo per i cedri di piazza Europa avesse tutte le ragioni per volere posare il faldone delle firme raccolte sui tavoli del consiglio comunale. Le cinquemila firme dovevano essere sotto gli occhi dei rappresentanti dei cittadini nell’amministrazione della città perché in quella sede si deve trovare il modo di trasformare l’espressione dei cittadini condensata in una firma, in una procedura di partecipazione.
Da quando è iniziata la questione di piazza Europa, i comitati, i gruppi, spontanei di cittadini e le associazioni varie, hanno avuto modo di esprimere le loro posizioni sulla piazza, sui cedri, sul fallito parcheggio, lo hanno fatto sulla piazza, sotto i portici, con lettere, denunce, diffide. Lo hanno fatto anche al fianco di gruppi politici, ma mai hanno ottenuto ascolto.
Pensiamo infatti che ci sia una grande differenza fra esprimere opinioni ed essere ascoltati nelle proprie opinioni e lo diciamo anche per i gruppi politici che accanto ai cittadini hanno “ espresso” la loro posizione sul progetto di riqualificazione.
Tutti hanno, ad ora, la libertà di esprimersi, ma essere ascoltati implica essere riconosciuti soggetti inseriti in una procedura concordata e codificata di ascolto, soprattutto quando le opere pubbliche che si vogliono realizzare impattano sulla vita di tante persone.
Per questo quelle firme dovevano stare sui tavoli del consiglio comunale e non finire in polverosi cassetti a far compagnia ad altre precedenti.
Sui tavoli avrebbero ricordato a tutti i nostri rappresentanti come sia necessario lavorare per cambiare in modo concreto un metodo di governo che solo formalmente può definirsi realmente democratico.
E dunque ogni qualvolta ci si trova difronte, alla necessità di rivedere un regolamento ( ad. es.dei comitati di quartiere) o di lavorare per redigerne di nuovi ( es. regolamenti dei beni comuni e del verde) lo si deve fare tenendo conto che i cittadini sono componenti essenziali delle decisioni e non solo silenziosi destinatari di provvedimenti.
E’ una parte che un numero sempre maggiore di cittadini rifiuta di continuare a tollerare, consapevole che su piazza Europa non rischiano di morire solo i cedri, ma anche il metodo democratico nell’esercizio del potere.
Chiederemo alla Sindaca nell’incontro promesso, prima del consiglio comunale, se concorda sulla necessità di dare un contenuto concreto alle parole “esprimersi, ascoltare, partecipare”.
In riferimento a quanto è successo in consiglio comunale di ieri (e non solo di ieri), vorremmo capire dalla Sindaca se gli assessori siano consapevoli di esercitare dei poteri che non sono loro propri, ma che sono a loro delegati dalla Sindaca stessa.
Vorremmo chiedere alla Sindaca stessa di esercitare appieno il suo ruolo di indirizzo e di vigilanza sull’operato degli assessori del quale essi devono renderle conto.
Non è quello che è sembrato di vedere ieri in Consiglio comunale, dove l’assessore Pellegrino (e non è la prima volta e non è il solo) ha parlato come se fosse lui il Sindaco, squadernando sbrigativamente la sua road map sulla riqualificazione di Piazza Europa, senza tenere minimamente in conto quanto va succedendo in città e di fatto contraddicendo le pur timide dichiarazioni di disponibilità al confronto espresse poco prima dalla Sindaca.
Le conclusioni non possono che essere: o la Sindaca non crede minimamente nel valore dell’ascolto come pare, ogni tanto, di capire ed è completamente d’accordo con il metodo Pellegrino senza avere il coraggio di affermarlo, oppure la sindaca non è in grado di ricordare all’assessore quale è il suo posto. In ogni caso questo suo atteggiamento non serve a chiarire la situazione di piazza Europa né, ancor più, chi governa realmente la città”.
Associazione di piazza in piazza