Con l’avvicinarsi del periodo più calmo dell’anno, a Cuneo si annuncia lo scoppio di una “grana occupazionale” a cui le organizzazioni sindacali guardano con preoccupazione: secondo quanto denunciato con una nota diffusa oggi (lunedì 22 luglio) da Fisascat-Cisl e Uil-Uiltucs, Axactor Italia chiude la sede di Cuneo causando una grave incertezza per il futuro occupazionale di circa cento dipendenti. I sindacati annunciano anche lo stato di agitazione.
Axactor Italia, che si occupa di recupero crediti conto terzi, portafogli Npl (crediti non performanti) e cessione di crediti inesigibili e che a Cuneo in via Cascina Colombaro 36/A ha sede legale e operativa, ha annunciato ai dipendenti la chiusura proprio della sede cuneese, dal 1° gennaio del prossimo anno, in ottica di “efficientamento”; i rappresentanti dei lavoratori, però, non ci stanno e parlano apertamente di “licenziamento collettivo camuffato da trasferimento” (le altre sedi sono Milano, Grosseto e Milazzo, in provincia di Messina).
Ecco la nota diffusa da Fisascat e Uiltucs su Axactor Italia (nell’immagine, una videata del sito aziendale che riferisce “Aiutiamo le persone e la società a raggiungere un futuro migliore”).
Giovedì 18 luglio, le scriventi Organizzazioni Sindacali, a fronte di una richiesta di incontro urgente, hanno potuto aprire un primo confronto con la direzione aziendale che, cosi come comunicato sulle e-mail di trasferimento inviate al personale dipendente, in un’ottica di “crescita, rafforzamento, consolidamento ed efficientamento aziendale” a far data dal prossimo 1° gennaio 2025 chiuderà la sede di Cuneo e spacchetterà il personale dipendente ricollocandolo in 3 diverse province (Milano, Grosseto e Milazzo) a seconda delle professionalità e mansioni svolte. “Circa 100 lavoratrici e lavoratori che improvvisamente si ritroveranno a dover subire una decisione che inevitabilmente porterà la maggior parte di loro a dover dare le dimissioni” dichiarano le Segreterie di Fisascat Cisl e Uiltucs Uil che hanno fin da subito contestato e marchiato come un paradosso quanto dichiarato dall’azienda; “non si può da una parte parlare di crescita di rafforzamento e di consolidamento di gruppo e contestualmente chiudere una sede con 100 addetti”, dichiarano Alessandro Lotti e Andrea Stasi della Fisascat Cisl “Non riusciamo a comprendere né tantomeno a condividere un piano aziendale che , oltre a non essere credibile, stravolge unicamente le condizioni di vita dei lavoratori e delle proprie famiglie”, precisa Fabio Bove della Uiltucs. Per le scriventi Organizzazioni Sindacali dunque, questa sorprendente decisione aziendale è uno schiaffo all’occupazione sul territorio cuneese, perché la maggior parte dei dipendenti di Axactor svolgono attività professionali che non giustificano il trasferimento. Stiamo parlando, in particolare, dei lavoratori addetti al Phone Collection, attività che può essere gestita in qualsiasi località e che se ci fosse la volontà aziendale potrebbe senza dubbio essere ricondotta allo Smart Working così come altre professionalità presenti in azienda. Quali sono le opportunità di crescita per lavoratori con retribuzioni medie di 1.300 euro al mese, che svolgono attività ordinarie di Phone Collection? L’azienda sostiene di voler mantenere e anzi, di voler sviluppare gli attuali livelli occupazionali: ma come agirà qualora le maestranze non dovessero accettare ii trasferimento? A quali condizioni e con quali contratti sarà eventualmente assunto il personale, ritenuto necessario, in sostituzione dei lavoratori che non accettano il trasferimento? Ad oggi non è dato saperlo. “Dubito fortemente che chi oggi guadagna 1300 euro al mese deciderà a cuor leggero di trasferirsi in una città come Milano dove il costo della vita non è minimamente paragonabile a Cuneo, oppure si trasferirà a più di 1000 km di distanza avendo vincoli familiari di un certo tipo” dichiara Alessandro Lotti e ancora Bove “Il piano aziendale promosso da Axactor potrà produrre un solo risultato certo: la perdita di occupazione stabile sul territorio cuneese che, quasi certamente, sarà sostituita con l’inserimento di nuovo personale assunto nelle altre sedi con rapporti di lavoro a termine o con contratti atipici “. Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, fortemente preoccupate per ii futuro occupazionale delle persone, conclusa l’assemblea sindacale in sede aziendale venerdì 19 luglio, hanno ricevuto il mandato dai lavoratori di aprire lo stato di agitazione sindacale. L’assemblea, infatti, all’unanimità, ha autorizzato le Scriventi Organizzazioni a mettere in campo ogni azione valida per poter percorrere strade alternative a quella che ad oggi ha tutte le caratteristiche di un licenziamento collettivo camuffato da trasferimento. Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, chiederanno pertanto nelle prossime settimane la convocazione di più tavoli istituzionali.