La Peste Suina Africana è la più grave minaccia per il settore dell’allevamento dei suini. Si tratta di una malattia virale altamente contagiosa che colpisce sia i suini che i cinghiali, non l’uomo, e che ha, con elevata percentuale, esito letale sugli animali che la contraggono.
La sua elevata contagiosità è favorita dal fatto che il virus è molto resistente nell’ambiente, negli animali morti, nelle carni e nei prodotti crudi a base di carne suina, che non presentano tuttavia alcun rischio per l’uomo.
La conferma della presenza della malattia in Piemonte e in Liguria è avvenuta a gennaio 2022 e ciò ha comportato l’immediato avvio delle procedure europee e nazionali di prevenzione e gestione di questa emergenza sanitaria.
Tra le misure adottate vi è stata quella di delimitare la zona di Restrizione II, all’interno della quale si è registrata la presenza di cinghiali infetti, e la zona di Restrizione I, di cuscinetto o buffer, tutt’intorno alla prima. Il territorio risulta così suddiviso in tre aree (di Restrizione II, di Restrizione I ed esterna a quest’ultima) nell’ambito delle quali sono in vigore differenti misure di prevenzione. L’obiettivo è quello di mantenere circoscritta l’infezione e, per quanto possibile, arrivare alla sua eradicazione.
Nel tempo la situazione epidemiologica è evoluta ed è tuttora in continuo sviluppo, sia per quanto riguarda il numero di cinghiali infetti rinvenuto, sia per ciò che riguarda l’estensione delle zone individuate.
Ad oggi nella Granda nessuna positività è stata riscontrata nei selvatici ma, per vicinanza a territori limitrofi in cui sono stati accertati dei casi, sono stati ricompresi nella zona di Restrizione II i Comuni di Saliceto, Cortemilia, Perletto, Pezzolo Valle Uzzone e Santo Stefano Belbo.
La zona di Restrizione I riguarda 34 Comuni cuneesi: Arguello, Bergolo, Borgomale, Bosia, Camerana, Castelletto Uzzone, Castelnuovo di Ceva, Castiglione Tinella, Castino, Cerretto Langhe, Ceva, Cossano Belbo, Cravanzana, Feisoglio, Gorzegno, Gottasecca, Lequio Berria, Levice, Mango, Mombarcaro, Monesiglio, Montezemolo, Neive, Neviglie, Nucetto, Paroldo, Perlo, Priero, Prunetto, Rocchetta Belbo, Sale delle Langhe, Sale San Giovanni, Torre Bormida, Trezzo Tinella.
Alla data del 20 marzo scorso il numero dei capi riscontrati infetti tra Piemonte e Liguria ammonta a 1.382, mentre un anno fa erano 484.
Coldiretti torna a chiedere con forza di ridurre in maniera significativa il numero dei cinghiali la cui proliferazione sta veicolando la PSA. Inoltre, come ha sottolineato la Consulta suinicola regionale della Coldiretti nell’incontro di febbraio con il Sottosegretario all’Agricoltura, il Commissario straordinario alla PSA e l’Assessore regionale alla Sanità, è fondamentale che venga modificata l’attuale normativa al fine di gestire in modo separato le procedure riguardanti la fauna selvatica da quelle che riguardano gli allevamenti suinicoli. Infatti, la continuità imprenditoriale del comparto suinicolo va garantita: se l’allevamento ha rispettato tutte le regole di biosicurezza, è doveroso consentirne la piena attività.