Nonostante l’entrata in vigore della normativa contro le pratiche sleali, gli agricoltori continuano a subire manovre speculative e squilibri nella filiera dal campo alla tavola.
Emblematico è il caso della frutticoltura, uno dei comparti più rappresentativi dell’agroalimentare Made in Cuneo, fatto di 4.500 imprese che coltivano principalmente mele, pesche, kiwi, pere e susine, generando un fatturato potenziale di oltre 260 milioni di euro senza contare l’indotto.
La stragrande maggioranza della frutta cuneese è ceduta a conferimento e per i produttori sia la contestazione della qualità commerciale che la liquidazione avvengono molti mesi dopo la raccolta, senza contare che negli ultimi anni il pagamento a saldo delle partite è stato ulteriormente ritardato.
Ad esempio, i produttori hanno ricevuto le liquidazioni per la frutta raccolta nel 2022 soltanto nell’estate 2023, in alcuni casi anche più tardi. Oltre a ciò, le quotazioni sono risultate così basse da non coprire neppure i costi di produzione. È accaduto per le susine, per le pere, per le mele, mentre le remunerazioni di pesche e albicocche hanno almeno coperto i costi assestandosi su valori comunque più bassi della media delle quotazioni di altre regioni italiane.
Si crea così una forbice esagerata tra il prezzo, ridotto ai minimi termini, riconosciuto agli agricoltori e il prezzo altissimo pagato dai consumatori.
“Una situazione insostenibile che danneggia tanto i consumatori quanto gli agricoltori, prime vittime della speculazione. Infatti, essendo gli ultimi ad essere remunerati, i frutticoltori incassano le briciole, pagando tutte le inefficienze e gli errori di chi sta a valle della filiera” evidenzia Enrico Nada, presidente provinciale di Coldiretti Cuneo.
“Ribadiamo l’urgenza di dare piena applicazione al decreto sulle pratiche commerciali sleali, strumento che abbiamo fortemente voluto per difendere il potere contrattuale degli agricoltori dallo strapotere delle grandi catene distributive ed evitare, ad esempio, che il massiccio ricorso alle offerte promozionali venga poi scaricato sulle imprese agricole” sostiene il direttore di Coldiretti Cuneo, Fabiano Porcu.
Per poter procedere con le prime denunce contro le speculazioni della grande distribuzione organizzata (gdo), lo scorso anno Coldiretti Cuneo ha chiesto formalmente alle organizzazioni di produttori (op) ortofrutticoli di avere tutta la documentazione necessaria, come contratti di fornitura, fatture e lettere di contestazione. Ma non ha mai ricevuto risposta: impossibile procedere con un’azione legale finalizzata al riconoscimento del giusto prezzo dei produttori agricoli.
Sempre nel 2023, su pressione di Coldiretti Cuneo, alcuni operatori del mercato hanno stipulato contratti scritti con sopra indicati i tempi precisi per acconti e saldi e una comunicazione tempestiva della qualità commerciale delle singole partite di pesche, pere e mele precoci. In tutti questi casi gli acquirenti hanno comunicato tempestivamente la qualità delle partite già il giorno successivo al conferimento della merce e hanno pagato nelle date prestabilite.
“L’auspicio – evidenzia il presidente di Coldiretti Cuneo, Enrico Nada – è che esempi come questi, da casi isolati quali sono oggi, diventino normalità diffusa nel distretto frutticolo cuneese per soppiantare il malcostume secondo il quale, sfruttando l’istituto del conferimento, non vengono comunicati tempestivamente la qualità del prodotto conferito e i produttori non hanno alcuna indicazione su prezzi e tempistiche di pagamento”.