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Venerdì 22 novembre 2024

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Reperti archeologici provenienti dall’Antica Bagiennorum sottratti al mercato clandestino

Restituito allo Stato un piccolo tesoro composto, tra il resto, da un sarcofago in marmo, 2400 monete, due unguentari e oggetti in bronzo

Bra

La Guida - Reperti archeologici provenienti dall’Antica Bagiennorum sottratti al mercato clandestino

sarcofago

Si è svolta oggi pomeriggio, venerdì 19 luglio, a Palazzo Traversa a Bra, la cerimonia di riconsegna allo Stato dei reperti archeologici recuperati dal Nucelo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Torino, presumibilmente provenienti dall’area dell’antico teatro romano di Augusta Bagiennorum, oggi Bene Vagienna.
Il piccolo “tesoro” recuperato dagli uomini dell’Arma annovera diversi manufatti, in primis un sarcofago in marmo di epoca romana imperiale, risalente alla metà del III secolo d.C. e di tipologia “hapax”, che è stato custodito per oltre cinque anni nel capanno delle attrezzature di un’azienda agricola cuneese, il cui proprietario l’aveva portato alla luce e, consapevole del suo valore storico-archeologico, l’aveva accuratamente nascosto.
Altri beni detenuti illectamente sono poi stati rinvenuti in abitazioni private, insieme ad attrezzatura da scavo. Tra questi, un patrimonio di 2.400 monete antiche, tra le quali spicca un solido d’oro dell’imperatore Onorio, databile tra il IV ed il V secolo d.C.; due unguentari in vetro; numerosi oggetti bronzei decorativi provenienti verosimilmente da un corredo funerario di epoca romana e diversi elementi architettonici in marmo e in pietra provenienti dall’area dell’Egeo settentrionale, tutti riconducibili all’età romana imperiale.
Le indagini che hanno portato al rinvenimento e al sequestro del materiale erano inziate nel 2020 con il coordinamento della Procura di Asti e sono culminate nella condanna di tre persone per i reati di ricettazione e impossessamento illecito di beni culturali.
L’intervento dei Carabinieri, di concerto con i funzionari ministeriali delle Soprintendenze interessate, ha permesso l’interruzione di un mercato clandestino che avrebbe fruttato oltre 120.000 euro, e la restituzione dei reperti recuperati, che rappresentano un’ importante testimonianza per il contesto archeologico piemontese, assicurandone da oggi una nuova fruizione pubblica.

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