La Corte dei Conti ha “parificato senza eccezioni il Rendiconto generale della Regione per l’esercizio 2023”. Lo comunica la Regione con una nota in cui spiega che il disavanzo è sceso a 5 miliardi e 110 milioni, 232 milioni in miglioramento rispetto al 2022. All’udienza erano presenti il presidente della Regione Alberto Cirio, gli assessori al Bilancio Andrea Tronzano e alla Sanità Federico Riboldi, oltre ai direttori Paolo Frascisco, Giovanni Lepri e Antonino Sottile.
“La Corte dei Conti – dichiarano il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio e l’assessore al Bilancio Andrea Tronzano – ha parificato senza eccezioni il Rendiconto della Regione Piemonte del 2023 confermando il percorso virtuoso che abbiamo iniziato cinque anni fa: rispetto al 2019 abbiamo ridotto il disavanzo da 6,6 miliardi a 5,1 miliardi, con l’obiettivo di scendere sotto i 5 miliardi nel 2024. Diminuisce anche il debito: era di 9,6 miliardi oggi è 8,4”. Rispetto alla sentenza della Corte Costituzionale che invitava la Regione a raggiungere un nuovo accordo con il governo a proposito degli accantonamenti per i pagamenti delle Asl, il presidente e l’assessore hanno annunciato che “questo sarà raggiunto il 31 luglio, quando è previsto un nuovo incontro già convocato a Roma. Tra gli altri aspetti ci sono il risultato di competenza positivo (117 milioni) e la riconferma dell’equilibrio di bilancio (positivo per 15 milioni). Per la spesa sanitaria, aumenta quella destinata al personale nel percorso di assunzioni avviato nel 2023 e di riduzione progressiva del ricorso ai gettonisti”.
L’opposizione: “Il fallimento di Cirio sul personale sanitario certificato dalla Corte dei Conti”
Critiche arrivano dall’opposizione, con il consigliere regionale e segretario del Pd del Piemonte, Domenico Rosso, che parla di “fallimento di Cirio sul personale sanitario certificato anche dalla Corte dei Conti”.
“È solo una questione di tempo e i nodi vengono al pettine – sottolinea Rossi – Nella scorsa legislatura abbiamo denunciato dati alla mano l’eccessivo ricorso ai gettonisti, medici e infermieri, negli ospedali del Piemonte. La certificazione della Corte dei Conti che mette nero su bianco quello che abbiamo ripetuto per 5 anni forse costringerà il Presidente Cirio ad un bagno di realtà: giocando con i numeri la destra ha sempre presentato una realtà diversa dia quella che i cittadini incontrano incontrano nei pronto-soccorso ingolfati o con liste d’attesa infinite. Dal 2020 in poi, con l’avvento di Cirio&Co, i numeri parlano chiaro: il Piemonte perde personale stabile mentre aumenta la spesa per i gettonisti. Centinaia di milioni di euro utilizzati per tappare i buchi di una barca che affonda, anziché investirli in una ristrutturazione del sistema. Da un lato il Governo blocca la proposta di legge che chiede di destinare almeno il 7,5% del PIL e dall’altro Cirio in questi anni non ha mai messo in campo un piano di assunzioni degno di questo nome. È proprio questa manovra a tenaglia della destra che sta uccidendo la sanità pubblica e che genera il fenomeno delle liste d’attesa, l’esodo del personale e costringe i cittadini che possono permetterselo a rivolgersi alla sanità privata, lasciando indietro tutti quelli che invece rinunciano alle cure perché impossibilitati a pagare”.