Si completa con il libro sulla Maddalena l’ideale trittico femminile di Maria Bramardi. Se Maria era la donna dell’incarnazione e Anna la “madre, nonna e santa”, la nuova figura chiudendo un ciclo restituisce alla donna il suo ruolo in una dimensione umana e di fede. In mezzo a tanti uomini che parlano, agiscono, scrivono la sensibilità femminile ritrova il suo spazio. Donne protagoniste non solo comparse sulla scena della risurrezione. L’autrice torna su questo ruolo proprio nel confronto con una figura che è diventata “l’archetipo della donna peccatrice”.
Rispetto ai precedenti l’autrice dà più spazio alla parte introduttiva quasi per fare giustizia dei pregiudizi che la Maddalena si è trovata addosso. Per certi versi un libro femminile e “femminista”, ben lontano da pastoie ideologiche, aperto invece a cercare in quella donna il nucleo esemplare e umano della ricerca, delle domande inesauste e della fede.
Già il nome con cui viene appellata nelle Scritture e nella tradizione successiva racchiude l’identità di una donna forte e coraggiosa. Al posto di Maria Maddalena, l’autrice sottolinea l’articolo “la” che viene frapposto correttamente tra i due nomi. Così il secondo, Maddalena, etimologicamente rimanda al termine ebraico “migdal/magdal”, cioè torre. Questa Maria porta già nell’appellativo l’idea di una posizione salda, capace di affrontare la vita.
Con sensibilità femminile, l’autrice coglie i particolari di questo personaggio. Ecco dunque la Maddalena presentata come donna priva di “legami che la trattengono, non è indicata per la sua relazione con un uomo (…). Maria conta per sé stessa, per quello che è e che realizza nella vita”.
Questa sua vita è schiacciata dai “sette demoni”, ma aperta a lasciarsi trasformare nell’incontro con Gesù. La sua guarigione è un implicito riconoscimento della sua “grandezza”.
L’autrice è preoccupata di far spazio alla Maddalena soprattutto nel momento cruciale della risurrezione. Lei ha l’iniziativa: parte da sola per andare al sepolcro. Si stacca dal gruppo, che nei momenti del disorientamento significa sicurezza, per affrontare il mistero. Vicino al sepolcro, poi, si “siede e piange”. Mentre tutti paiono correre, lei interiorizza quegli attimi in un misto di domande e di certezze, che è poi la condizione della fede, confermata dal rinvio alla ricerca: “Donna, chi cerchi?”. Una seconda annunciazione si realizza davanti a lei.
Un personaggio dunque pieno di vita e di fede che nei secoli successivi viene quasi “silenziato” o incappa in letture che non gli rendono giustizia. Se qualcuno la ricorda come “Apostola degli Apostoli”, altri ne consolidano l’immagine di donna peccatrice. È santa patrona della riforma monastica dell’XI secolo, ma la sua devozione incrocia anche interessi politici.
Eppure la sua presenza nella fede popolare è costante come dimostra l’ampio repertorio di immagini e occorrenze del nome che si distende nella seconda parte del libro in riferimento alla provincia di Cuneo. L’autrice però va oltre l’aspetto artistico. Coglie nella cultura popolare voci che fanno riferimento alla Maddalena, poi le ritrova nella letteratura come nel cinema. In questo modo torna a confermare la caratteristica di fondo del personaggio che incarna la doppia tensione della fede: quella dell’uomo che tra domande e incertezze, si rivolge a Dio, riconosce i propri limiti esistenziali e morali e si affida; quella di Dio che si china sull’uomo e nell’accoglierlo lo rinnova e lo rimette sulla strada.
Maria La Maddalena
di Maria Bramardi
Editrice Primalpe
euro 20