Sta per concludersi la campagna referendaria promossa dalla CGIL che si propone di raccogliere le firme necessarie alla presentazione di quatto quesiti referendari sul tema lavoro. L’obiettivo è di ricostruire una dimensione del lavoro che sia tutelato perché è un diritto costituzionale, sicuro, perché di lavoro si deve vivere e non morire, dignitoso, perché il lavoro dev’essere ben retribuito, stabile perché la precarietà è una perdita di libertà.
“I quattro referendum – si legge nel comunicato trasmesso dalla CIGL – servono a cancellare alcune delle leggi sbagliate approvate in questi ultimi vent’anni che hanno favorito i licenziamenti trasformando il lavoro in merce, deregolamentato il ricorso ai contratti a termine, incoraggiato il ricorso agli appalti e ai subappalti aumentando la probabilità di incidenti mortali e di infortuni gravi. Le cronache ci ricordano le tante vittime sul lavoro, il crescere del lavoro povero, la precarietà dilagante del lavoro e delle vite delle persone.
La campagna referendaria vuole spingere al cambiamento e costringere la politica a occuparsi del lavoro e della vita reale delle persone. La precarietà e il lavoro povero sono fenomeni presenti anche nella nostra provincia. Le nuove assunzioni sono in larghissima parte effettuate con contratti di lavoro precari (punte 85%). Non basta dire che serve manodopera: va riconosciuto il lavoro, nei diritti e nella retribuzione. A oggi, in provincia abbiamo raggiunto le 10.400 firme raccolte (dato nazionale oltre 900.000 firme). In questi ultimi giorni e sino al 15 luglio, coloro che sono in possesso di SPID o di carta di identità elettronica (con PIN), potranno ancora firmare on line su www.cgilcuneo.it.
Sosteniamo il lavoro, sosteniamo il diritto delle persone ad avere un presente e un futuro dignitoso. E ricordiamoci che il lavoro adeguatamente retribuito, stabile e sicuro garantisce il diritto alla salute, alla previdenza, all’istruzione e un sistema democratico e solidale in grado di tenere insieme le nostre comunità. Mettiamoci la firma! La democrazia è partecipazione”.