Ai 1200 metri della Valle Po torna per la 26ª volta, da venerdì 28 giugno a domenica 30, il “Premio Ostana: scritture in lingua madre”, appuntamento con le lingue madri del mondo che ogni anno riunisce a Ostana – nella borgata Miribrart – autori di lingua madre da tutto il mondo per un festival della biodiversità linguistica.
“Lo fuec es encà ros dessot la brasa” (“Il fuoco è ancora rosso sotta la brace”), è il motto che quest’anno accompagnerà il Premio, ed è tratto da un canto, scritto negli anni ’70 da Dario Anghilante e Sergio Sodano, che ha favorito il risveglio di coscienza e l’amore per la lingua d’oc.
“Il fuoco è ancora rosso sotto la brace” perché le lingue madri sono esseri viventi, non solo perché vivono ma perché non vogliono morire, lottano per sopravvivere, di generazione in generazione. Le lingue madri regalano visioni del mondo uniche e irripetibili, elaborando pensieri autentici e originali che si distinguono con forza quando lasciano emergere la propria creatività.
La mission del Premio Ostana è di offrire un’occasione di incontro per le lingue madri e per le loro storie e culture, e dunque animare una riflessione sui diritti linguistici e sull’importanza della preservazione della biodiversità linguistica, nel solco tracciato dalle Nazioni Unite nel quadro del Decennio Internazionale delle Lingue Indigene 2022-2032.
Nella sua storia il Premio ha dato voce finora a 88 autori di 47 lingue da tutti e 5 i continenti, consolidando una vera e propria rete internazionale di autori, appassionati e sostenitori della diversità linguistica che fanno di Ostana un appuntamento di riferimento internazionale.
Per il 2024 i premiati che arriveranno a Ostana dal mondo saranno: Koumarami Karama, giovane artista poliedrica del Burkina Faso che, tanto con la sua opera autoriale e drammaturgica come con il suo lavoro di ricerca, contribuisce a tenere viva e attiva la sua lingua madre, il dioula; lo scrittore, traduttore, giornalista e attivista curdo Firat Cewerî, in esilio in Svezia, figura fondamentale della moderna letteratura curda; il giovanissimo poeta e traduttore romeno Daniel Petrilă, di lingua romanì, già voce importante e riconosciuta del giovane mondo intellettuale rom romeno; Arnold De Boer, in arte “Zea”, cantante e chitarrista della nota band underground The Ex, ma allo stesso tempo prolifico autore di testi in lingua frisona e fondatore di un’etichetta musicale rivolta ad artisti che cantano in lingua madre; il pluripremiato sceneggiatore, produttore e attivista gallese Roger Williams, che ha scritto e prodotto numerosi lungometraggi in lingua gallese, tra i quali Y Sŵn (2023), vincitore del premio Bafta Cymru come miglior lungometraggio nel 202; il traduttore Jayde Will, nato in Nebraska ma ormai lettone di adozione, scopritore di giovani poeti di lingua legalla, diffusa nella Lettonia Orientale. Il Premio Lingua Occitana sarà assegnato a Michèle Stenta, che ha consacrato tutta la sua carriera di storica, docente e ricercatrice alla cultura occitana, con una particolare attenzione alla figura femminile nella tradizione occitana; mentre il Premio Minoranza Linguistica Storica Italiana andrà a Stefen Dell’Antonio Monech, guida alpina oltre che autore, per il notevole impegno nella promozione e divulgazione della lingua ladina nelle sue Valli: un omaggio delle montagne occitane alle Dolomiti ladine.