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Venerdì 28 giugno 2024

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Botte per gli apprezzamenti a una ragazza, in tre a processo

Il fatto si era verificato nel centro storico di Cuneo nel gennaio 2022, l'accusa è di lesioni aggravate. L'aggredito aveva ritirato la querela

Cuneo

La Guida - Botte per gli apprezzamenti a una ragazza, in tre a processo

Aveva raccontato di essere stato aggredito e malmenato da un gruppo di ragazzi perché aveva fatto un apprezzamento di troppo alla fidanzata di uno di loro; la disavventura di A. E., 33enne marocchino, si sarebbe verificata il 14 gennaio 2022 all’una di notte in via Roma nei pressi del bar Ottocento e W. B. S., M. M. e A. W., i tre giovani riconosciuti dalla presunta vittima, sono stati rinviati a giudizio con l’accusa di lesioni aggravate. In aula l’uomo aveva riferito di aver rivolto l’apprezzamento alla ragazza qualche giorno prima dell’aggressione: “Avevo guardato la ragazza e degli amici mi dissero di andare via subito perché il suo fidanzato era appena uscito di prigione e mi avrebbe picchiato. Qualche giorno dopo però mentre passavo da piazza Boves mi hanno aggredito e picchiato lo stesso. Uscivo dal Bingo e stavo andando in via Roma diretto a casa mia quando mi hanno raggiunto e buttato a terra. Sono riuscito a scappare fino a casa, ma poi sono tornato indietro; in via Roma c’erano Polizia e ambulanza e sono andato al Pronto Soccorso.” È la parte del racconto che coincide con quanto riferito da uno degli agenti intervenuti in seguito alla chiamata di un residente che si lamentava delle urla provenienti dalla strada: “Quando arrivammo c’erano solo due persone, il giovane picchiato arrivò più tardi. Dicevano che era stata solo una discussione e non volevano farsi curare”. In realtà la parte offesa, che ha rimesso la querela e non si è costituita in giudizio, in ospedale ci andò ed ebbe una prima prognosi di cinque giorni per un trauma all’occhio e al cranio. Quando però ci tornò dopo due giorni ebbe una prognosi di 30 giorni per una frattura a una vertebra lombare non riscontrata la sera dei fatti oggetti del processo. Diversa la versione offerta dagli altri testimoni di difesa, tra cui il fratello di uno degli imputati, e da W. B. S., il compagno della ragazza molestata, accusato dell’aggressione: “Altre volte l’aveva molestata quando era ubriaco, gli dissi di lasciarla stare. Lui però disse che se la sarebbe portata via e iniziò a toccarla. A quel punto si è messo in mezzo il fratello di A. W. che lo conosceva e noi ci siamo allontanati. All’altezza del bar Ottocento quello ha preso una bottiglia di vino e l’ha tirata contro di me sfiorandomi. Stava per prendere un’altra bottiglia e tirarla e io gliel’ho tolta, allora ha cercato di aggredirmi con un pugno e per difendermi gli ho dato un pugno e lui è subito andato giù. Poi ho preso la mia compagna e siamo andati via”. Per l’accusa però la dinamica reale dei fatti era quella raccontata dalla parte offesa che aveva anche ritirato la querela forse per paura di ritorsioni da parte del gruppo. Per l’accusa quello che era accaduto era un fatto grave, considerate le serie lesioni riportate dal denunciante, patite per futili motivi da un gruppo di ragazzi che si erano accaniti su di lui. Per questo il pubblico ministero ha chiesto la condanna di tutti gli imputati a due anni di reclusione. Una ricostruzione contestata dai difensori di tutti gli imputati, a partire dall’avvocato Paolo Dotta difensore di W. B. S.: “L’istruttoria ha dimostrato esattamente il contrario di quanto sostenuto dall’accusa e cioè che era stata la parte offesa ad aver provocato il gruppo di ragazzi lanciando le bottiglie e cercando lo scontro fisico e, come il mio assistito ha ammesso pacificamente, fu lui a dargli un pugno in viso solo come gesto di autodifesa quando l’altro si era fatto avanti con l’intento di picchiare. Gli altri si erano già allontanati e nessun altro era stato coinvolto in quella breve colluttazione”. L’avvocato ha quindi chiesto l’assoluzione per insussistenza del fatto o perché non costituisce reato, poiché non si è trattato di un’ aggressione ma di un gesto di difesa. In ogni caso, anche se riconosciuto colpevole, si sarebbe trattato di un fatto che aveva coinvolto solo due persone ed essendoci stata remissione di querela, l’avvocato ha chiesto di non doversi procedere. Il processo è stato rinviato al 19 luglio per le repliche e la sentenza.

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