L’erosione del suolo, le frane e le alluvioni sono una minaccia significativa per il territorio italiano geologicamente giovane ed esposto a questo rischio, il cui l’impatto sull’ambiente e sulle comunità rurali non va e non deve essere sottovalutato.
Questi fenomeni, pur se naturali, possono risultare accelerati e amplificati dalle attività umane ed anche l’attività agricola può, a seconda dei casi, porsi come strumento di mitigazione o favorire lo sviluppo di questi processi.
Nel nostro Paese, a causa della natura dei terreni e della diffusione di aree acclivi, l’esposizione ai problemi dovuti all’erosione e alle frane è altissima, e il Piemonte e la nostra Provincia non fanno eccezione.
I dati forniti da ISPRA indicano per il Piemonte un 6,8% del territorio a rischio di frane e un 13,4% esposto a pericolosità idraulica, ossia caratterizzato da particolari condizioni che, combinate a piogge molto forti o abbondanti, aumentano la probabilità che si verifichi un’alluvione. Per la Provincia di Cuneo i valori sono del 7,1% per l’esposizione al rischio frane e del 10,4% per il rischio alluvioni.
Indispensabile risulta, dunque, affrontare la questione di petto e con tempestività.
Per mitigare l’erosione del suolo e ridurre il rischio di frane, risulta necessario gestire correttamente le acque meteoriche attraverso opportuni interventi di sistemazione idraulica, in particolare nelle aree acclivi.
Risulta utile mantenere inerbiti vigneti e frutteti e, per quanto possibile, nei seminativi evitare o ridurre la durata del tempo in cui il terreno risulta privo di copertura vegetale.
Una corretta gestione del suolo, oltre a diminuire il rischio di smottamenti ed erosione, permette di mantenere elevata la fertilità che, viceversa, risulterà via via dissipata dai fenomeni di dissesto ricordati.
L’innalzamento delle temperature ha determinato una variazione del ciclo idrologico. Le precipitazioni si sono fatte più rare e i periodi siccitosi più lunghi e ricorrenti ma, parallelamente, con crescente frequenza, assistiamo al manifestarsi di fenomeni estremi come trombe d’aria, rovesci, forti grandinate ed ondate di calore.
Questi cambiamenti alterano i regimi di portata dei fiumi, i processi di evapotraspirazione e l’accumulo di acqua e umidità nel suolo e generano importanti problemi per il settore agricolo.
La produttività delle aziende agricole risulta sempre più variabile di anno in anno e l’esposizione al rischio di danni da siccità, grandinate e gelate, sempre più difficile da gestire.
“Tuttavia – dicono da Coldiretti Cuneo – se da un lato l’agricoltura risulta essere il settore più esposto agli impatti del cambiamento climatico, e come tale necessita di una tempestiva adozione di opportune strategie di adattamento, dall’altro può svolgere un ruolo fondamentale nella mitigazione dell’effetto serra e contribuire in modo significativo allo sviluppo di strategie di mitigazione.
Adottare adeguate tecniche agronomiche contribuisce a mantenere buona la struttura del suolo e ciò permette di ridurre l’erosione migliorando la capacità di ritenzione idrica del terreno.
Mediante opportune rotazioni ed equilibrate concimazioni organiche è possibile contribuire non solo a mantenere elevata la produttività del suolo e a prevenire l’erosione, ma anche ad aumentare il carbonio stoccato in esso riducendo il livello della CO2 presente in atmosfera.
Anche l’adozione di opportune pratiche irrigue può ridurre il ruscellamento superficiale e favorire il mantenimento della stabilità del terreno”.
Per implementare con successo queste pratiche agricole è essenziale far leva sui servizi di consulenza e formazione, come quelli messi a disposizione da Coldiretti Cuneo, e al tempo stesso sostenere gli investimenti in nuove tecnologie.
Queste ultime permetteranno di far crescere un’agricoltura sempre più sostenibile a tutela dei territori, di ridurre gli input chimici, ottimizzare l’utilizzo dei reflui zootecnici sviluppando un processo di economia circolare, e tutto ciò senza rinunciare alla produttività delle colture.