Sabato 22 giugno torna ad aprire i battenti all’affezionata clientela l’albergo-rifugio Pian del Re, costruito nel 1874 per volontà del Comune di Crissolo che, a seguito della prima ascesa al Monviso e con la conseguente fondazione del Club Alpino Italiano, lo volle come ricovero per forestieri. Rimarrà aperto ed in funzione sin oltre la metà di settembre.
Il piatto forte, che qui si sforna come da una cornucopia in costante produzione, è il più “leccornioso” che si possa gustare a queste quote: la polenta. Perché qui è una sorta di rito, una specie di abito delle festa ideato dalle… stiliste della cucina, che sembrano divertirsi ad abbellirlo con ogni sorta di gustoso intingolo: carne, salsiccia, verdura, panna e gorgonzola fuse insieme, formaggi, bagna caöda e anche una straordinariamente abbinabile marmellata di lamponi fatta rigorosamente in casa.
Non manca un’ampia carta di vini regionali e nazionali.
La sala dispone di 12 tavoli per un totale di circa 60 coperti, e nelle giornate di punta serve il pasto in due turni.
Il menu fisso, sempre abbondante, viene servito a 30 euro, bevande escluse.
La struttura offre 30 posti letto con bagni in comune al piano dotati di docce con acqua calda a disposizione gratuitamente.
Le camere dalle quali spiccare il volo per impagabili trekking sono a due o tre letti, tutte dotate di lenzuola, piumoni, asciugamani, ma prive di riscaldamento. Meglio approvvigionarsi di maglie pesanti, stante l’andirivieni della nebbia bassa, tipica della montagna.
La mezza pensione costa 72 euro, 82 la pensione completa.
Arrivati a Pian del Re, se ospiti del Rifugio, sarà sufficiente comunicarlo ai posteggiatori per vedersi consentito l’accesso al parcheggio privato gratuito adiacente alla struttura.
Oltre che in auto, il rifugio è raggiungibile in quasi tutti i periodi della stagione estiva da Crissolo con navetta a pagamento. L’area del Pian del Re che fa parte del Mab Unesco, Riserva della Biosfera transfrontaliera del Monviso, occupa 465 ettari intorno alle sorgenti del Po, poste a 2.020 metri di quota e ai piedi del Monviso.
La ricchezza d’acqua e la morfologia del suolo hanno dato origine ad una torbiera, un habitat di particolare interesse botanico, dove è presente una ricca varietà di specie, tra cui spiccano “relitti” di flora glaciale risalenti anche a duecentomila anni fa. Inoltre è il territorio di un raro e piccolo anfibio endemico, la salamandra nera di Lanza.
Nel 2017 un team di studiosi canadesi, estoni e irlandesi finanziati dal National Geographic ha condotto uno studio composto da piccoli scavi e rilievi per dimostrare che Annibale passò da qui quasi 2200 anni fa. Secondo William Mahaney, professore emerito dell’Università di Toronto, in Canada, Annibale è entrato in Italia passando dal colle delle Traversette, valico a 2950 metri che separa il Piemonte dalla valle francese del Guil.
Gli studi hanno evidenziato uno strato scuro a circa 30 centimetri di profondità, composto da materiale organico che emana cattivo odore. Probabilmente si tratta di sterco di cavalli, presente in grandi quantità e non spiegabile in condizioni normali.