“Non avevo motivo di scusarmi con la famiglia della mia ex perché non avevo fatto niente e quindi nego di essermi scusato. Le immagini su quel telefono io non le ho mai viste e non le avevo mandate io ai suoi parenti”. Con queste parole G. M., uomo di origini albanesi residente a Saluzzo, ha negato il suo coinvolgimento nella diffusione di foto intime della sua ex avvenuta per due volte, nell’estate del 2019 e del 2021 e per cui è adesso a processo. Dopo quattro anni di convivenza la donna era riuscita sottrarsi da quella relazione violenta e lo aveva lasciato nella primavera del 2019; dopo essere stata ospite da un’amica per qualche settimana, era tornata dalla famiglia in Albania. A casa dell’amica aveva lasciato alcune cose sue, tra cui un telefono: “C’erano alcuni abiti e un cellulare vecchio e mezzo rotto. Lui andò a casa della mia amica per prendere quei vestiti che diceva gli appartenessero perché me li aveva comprati lui e prese anche il cellulare. Poteva accedere alle foto e al mio profilo Facebook solo da quel cellulare”. Proprio in quel periodo la cerchia più ristretta dei parenti della donna ricevette su messanger le foto intime della donna, “foto che avevo scattato e inviato a lui all’inizio della nostra relazione”. Alla fine di quell’estate i due tornarono insieme e, stando a quanto riferito in aula dalla donna, l’uomo avrebbe ammesso di essere stato lui a inviare quelle foto e per questo avrebbe chiesto perdono: “Si era scusato, aveva promesso che sarebbe cambiato, che avrebbe rimediato allo sbaglio commesso e ho voluto credergli”. Dopo un anno però la donna si allontanò definitivamente dall’uomo che avrebbe ripreso a maltrattarla, impedendole di tenersi in contatto con la famiglia e che le avrebbe anche chiesto di prostituirsi in Francia dove lui viaggiava spesso per lavoro. La donna più volte gli aveva chiesto di restituirle quel cellulare ma lui si rifiutò sempre senza darle spiegazioni su dove fosse finito. Nell’estate del 2021 poi, proprio nel giorno del suo compleanno, i parenti della donna e il suo nuovo fidanzato, compreso il fratello di questo e una nipote minorenne, ricevettero le foto intime della donna: “Gliene aveva fatte di tutti i colori e lei cercava solo di dimenticare – aveva detto in aula il nuovo fidanzato – ma a quel punto decidemmo di denunciare”. Come in un gioco delle tre carte, nel racconto dell’imputato sarebbero venuti fuori altri due cellulari che i due appena tornati insieme avrebbero comprato nell’autunno del 2020, anche se l’uomo non ha chiarito che fine avesse fatto quel vecchio smartphone con cui erano state scattate quelle foto e da cui, con una sim albanese, erano poi state inviate a tutti i parenti e amici della ex fidanzata. L’uomo ha però ammesso di aver condiviso quelle foto con la sua attuale fidanzata: “Anche io avevo ricevuto quelle foto e le inviai alla mia compagna, come per dirle ‘guarda cosa mi è arrivato’, ma non ho mai avuto quel numero albanese”. L’udienza è stata rinviata per la discussione.