È attesa la pubblicazione di un nuovo decreto del ministro dell’Ambiente che, su proposta del Gestore dei Servizi Energetici, fornirà gli ultimi dettagli prima dell’apertura del primo bando sull’agrivoltaico.
In termini generali l’agrivoltaico deve far coesistere due differenti tipologie di utilizzo del suolo realizzando un sistema integrato in cui produzione di energia ed agricoltura si pongono in sinergia, avvantaggiandosi l’una dell’altra. Le agevolazioni previste per la realizzazione di questi impianti innovativi sono importanti e consistono in un contributo in conto capitale in misura pari al 40% dei costi ritenuti ammissibili ed una tariffa incentivante applicata alla produzione di energia elettrica netta immessa in rete per un periodo di vent’anni. I soggetti beneficiari saranno gli imprenditori agricoli in forma individuale o societaria, ai quali è riservato un contingente di 300 MW per la realizzazione di impianti fino ad un massimo di 1 MW di potenza e le associazioni temporanee di impresa che includono almeno un imprenditore agricolo, per un contingente di 740 MW, senza vincoli di potenza per ciascun impianto.
Si tratta di impianti che devono soddisfare tutta una serie di requisiti. In primo luogo il sistema deve essere progettato in modo da adottare una configurazione spaziale ed opportune scelte tecnologiche tali da consentire l’integrazione fra attività agricola e produzione elettrica valorizzando entrambe le funzioni. Questo primo requisito può ritenersi soddisfatto se si è in grado di garantire che sugli appezzamenti oggetto di intervento almeno il 70% della superficie venga destinata all’attività agricola e, parallelamente, che la superficie coperta da moduli fotovoltaici non ecceda il 40% di quella complessiva.
È poi richiesto che il sistema venga utilizzato in maniera da garantire la produzione di energia elettrica e prodotti agricoli senza comprometterne la continuità dell’attività agricola si intende il mantenimento dell’indirizzo produttivo preesistente la realizzazione dell’impianto agrivoltaico o la conversione verso un indirizzo a più elevato valore aggiunto. In ogni caso non potranno essere abbandonate attività a marchio ed anche la produttività dovrà risultare equiparabile rispetto a quella riferibile alla media del periodo precedente. Anche la produzione di energia elettrica non dovrà risultare, nel complesso, inferiore del 60% rispetto ad un ipotetico impianto fotovoltaico standard di riferimento.
Ultima condizione è che nel tempo vengano monitorati alcuni parametri, come il mantenimento della fertilità del suolo, le condizioni microclimatiche all’interno e al contorno dell’impianto, e che complessivamente si abbia un minor consumo idrico.