In provincia di Cuneo, l’incidenza dei danni causati dalla fauna selvatica alle produzioni agricole è cresciuta progressivamente negli ultimi decenni a causa del proliferare di molte specie animali quali caprioli, cervi, ghiri, corvi, nutrie e, soprattutto, cinghiali.
Sebbene questi animali siano parte integrante dell’ecosistema, il numero eccessivo e in costante aumento ha generato e genera una serie di problemi che riguardano non soltanto l’agricoltura, ma anche l’equilibrio ecologico e la sicurezza delle persone. Uno dei problemi più seri è quello dei sempre più frequenti incidenti stradali causati dalla presenza di questi animali sulle strade, con conseguenze non di rado drammatiche.
Le aree in cui il problema è più sentito sono quelle interne, collinari e montane, dove il progressivo spopolamento ha favorito lo sviluppo incontrollato di questi animali. Qui i danni al settore agricolo sono in alcuni casi di tale entità e frequenza da indurre i contadini all’abbandono dell’attività; si crea così un meccanismo tale per cui al crescere del numero di cinghiali e dei danni si riducono le aree coltivate, creando le condizioni per un’ulteriore crescita degli incolti e dei selvatici.
L’incidenza di questa specie sul totale dei danni provocati al settore agricolo oscilla, a seconda degli anni, tra il 50 e il 62%; questi dati non stupiscono se si considera che per la sola provincia di Cuneo si stima una popolazione di oltre 32.000 cinghiali.
Di fronte a questi numeri e alla luce dell’evidente disequilibrio ecologico generato, occorre riconoscere il totale fallimento delle politiche e degli strumenti di gestione di questa specie ed imboccare la strada che conduca rapidamente ad una loro profonda revisione.