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Giovedì 21 novembre 2024

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Coldiretti: “Stop agli allarmi in etichetta sul vino”

Una nuova normativa europea impone di inserire in etichetta ingredienti e valori nutrizionali

La Guida - Coldiretti: “Stop agli allarmi in etichetta sul vino”

Negli ultimi anni sono giunti dall’Unione europea ripetuti attacchi al vino italiano, principale voce dell’export agroalimentare tricolore.
L’Ue, ad esempio, ha autorizzato l’eliminazione totale o parziale dell’alcol anche nei vini a denominazione di origine, la pratica dello zuccheraggio e addirittura la produzione e commercializzazione di “vini” ottenuti dalla fermentazione di frutti diversi dall’uva come lamponi o ribes.
Ma non finisce qui. Ad inizio 2023 l’Ue ha dato il via libera alle etichette allarmistiche sul vino, concedendo all’Irlanda l’autorizzazione ad adottare un’etichetta per vino, birra e liquori con avvertenze terroristiche come “il consumo di alcol provoca malattie del fegato” e “alcol e tumori mortali sono direttamente collegati” nonostante i pareri contrari di Italia, Francia, Spagna e altri sei Stati UE, che considerano la misura una barriera al mercato interno. L’Irlanda ha poi notificato all’Organizzazione mondiale del commercio le norme tecniche sull’etichettatura “salutista” degli alcolici, da applicare a tutti i prodotti alcolici venduti in Irlanda, siano essi prodotti localmente o importati.
Il rischio è di alimentare paure ingiustificate nei consumatori. Come emerso da un sondaggio Coldiretti, quasi un italiano su quattro (23%) smetterebbe di bere vino o ne consumerebbe di meno se in etichetta trovasse scritte allarmistiche come quelle apposte sui pacchetti di sigarette.
“È del tutto scorretto assimilare l’eccessivo consumo di superalcolici tipico dei Paesi nordici al consumo moderato e consapevole di prodotti di qualità e a più bassa gradazione come la birra e il vino. Il giusto impegno a tutela della salute dei cittadini non può tradursi in decisioni semplicistiche che equiparano tutti i prodotti alcolici, senza distinguere l’origine dell’alcol, se da distillazione o fermentazione, e senza considerare la percentuale alcolica dei prodotti o le quantità consumate” dichiara il Presidente di Coldiretti Cuneo, Enrico Nada.
“Se è vero che il consumo di vino è nocivo a prescindere, perché allora non apporre un’etichetta allarmistica sul cruscotto delle auto? Gli incidenti stradali, dopotutto, sono una delle maggiori cause di morte – è la proposta provocatoria del Direttore di Coldiretti Cuneo, Fabiano Porcu -. Il vino rappresenta un patrimonio del Made in Italy dal punto di vista economico ma anche occupazionale che va difeso dai tentativi di colpevolizzarlo sulla base di un approccio ideologico che non tiene contro di una storia millenaria che ben si inserisce all’interno della dieta mediterranea e che ha contribuito a far grande il nostro agroalimentare. Una penalizzazione ingiustificata per un comparto che in Provincia di Cuneo conta 6.500 imprese, 16.800 ettari di superficie vitata e una produzione di 100 milioni di bottiglie all’anno, perlopiù a marchio DOC o DOCG, per un valore complessivo di oltre 700 milioni di euro.”
Non da ultimo, a dicembre è entrata in vigore la nuova normativa europea sul cambio di etichettatura del vino, che impone di inserire in etichetta le informazioni relative agli ingredienti e ai valori nutrizionali con utilizzo di un codice QR accompagnato dalla lettera “I”. A poche settimane dall’entrata in vigore, la Commissione UE ha deciso di inserire il termine completo “ingredienti” al posto di “I”, di fatto condannando al macero tutte le etichette già stampate dalle cantine che si erano organizzate per tempo.
Il Ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare ha annunciato la firma di un Decreto che posticipa al 30 giugno 2024 l’introduzione e l’applicazione della normativa europea per consentire l’utilizzo e l’esaurimento delle etichette già in magazzino. Ma ora è fondamentale uniformare gli standard a livello europeo per non mettere a rischio la competitività del nostro vino sul mercato nazionale ed estero.

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