Lo scorso anno ha visto la luce il Distretto del Cibo Monregalese-Cebano, il primo ad indirizzo biologico in Piemonte, uno strumento capace di intercettare importanti risorse per l’avvio e il potenziamento di attività in grado di far crescere le filiere già consolidate e di innescare iniziative che valorizzino sinergicamente le produzioni, la cultura, le risorse naturali ed artistiche del Monregalese e del Cebano.
Il Distretto è nato su impulso di Terramica grazie ad un progetto che, nutrito dai numerosi incontri con produttori e amministratori locali, ha saputo raccogliere negli ultimi anni un ampio consenso.
Nel maggio 2023 è stato riconosciuto ufficialmente dalla Regione Piemonte che ne ha dato comunicazione al Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare ai fini dell’inserimento nel Registro nazionale dei Distretti del Cibo.
“Il Distretto del Cibo – spiega il responsabile Ambiente e Territorio di Coldiretti Cuneo, Franco Parola -, intende preservare le risorse naturali, rinnovabili e non rinnovabili, promuovere la crescita di tutti i settori produttivi nel segno della sostenibilità e della circolarità, contribuire ad elevare le competenze e i livelli di benessere individuali e collettivi e promuovere i valori identitari di questo territorio”.
Sono 46.500 gli ettari coltivati sul territorio del Distretto, esteso sui 65 Comuni del Monregalese e del Cebano, e grandi le eccellenze agroalimentari e gastronomiche che ne sono frutto: Murazzano DOP, Raschera DOP, carne bovina di Razza Piemontese, pecora delle Langhe e pecora Garessina, Nocciola Piemonte IGP, Castagna Cuneo IGP, miele, vini DOC e DOCG, piante officinali, cereali antichi e un gran numero di PAT e De.Co che testimoniano la ricchezza di queste terre, dalla castagna Garessina a quella di Lisio, dal rubatà monregalese alle paste di meliga, solo per citarne alcuni.
Sono 117 i soci tra imprese, Amministrazioni Pubbliche, realtà culturali e formative che hanno aderito all’Associazione del Distretto del Cibo Monregalese-Cebano. Ma, come evidenzia il Presidente di Terramica Renato Suria, “il nostro Distretto è inclusivo e resta aperto a chiunque vorrà sostenere la crescita delle nostre terre, l’espansione di tecniche produttive a basso impatto ambientale, il recupero e la valorizzazione di tradizioni e biodiversità e la salvaguardia di un paesaggio rurale che i nostri produttori si impegnano ogni giorno a curare e presidiare”.