Mercoledì 17 aprile è morto in Kenya il cuneese Andrea “Andrew” Botta, 96 anni, dopo aver passato le ultime due settimane all’Aga Khan Hospital di Nairobi (Kenya) per complicanze respiratorie.
Da 70 anni in Africa, nel 1991 era stato tra i promotori della nascita della cooperativa Meru Herbs, tra le più importanti aziende di prodotti naturali equosolidali. La cooperativa Meru Herbs è nata da un progetto di irrigazione dei campi e distribuzione dell’acqua (Ng’uuru Gakirwe Water Project) a circa 450 famiglie nella regione di Meru, ai piedi del Monte Kenya a circa 250 chilometri da Nairobi. Per tutte queste famiglie poter irrigare i campi grazie alla canalizzazione del fiume Kithino ha significato la possibilità di avere una produzione agricola in eccesso che poteva essere venduta su scala locale e attraverso i canali del commercio Equo e Solidale. “Grazie alla disponibilità di acqua – aveva spiegato Botta nel 2009 quando era stato ospite a Cuneo di un convegno organizzato dalla Coopertiva San Paolo per illustrare il progetto in Kenya – si è avviata la coltivazione di una grande varietà di frutta e ortaggi ed è nata l’idea, tra i contadini, di associarsi per l’acquisto e la trasformazione in loco dei prodotti, evitando la mediazione dei grossisti”. Oggi nella cooperativa lavorano oltre trenta dipendenti, per la maggior parte donne, confezionano camomilla, carcadè, tè nero, confetture di frutti tropicali, sughi, pilipili, tutti provenienti da oltre 400 piccoli produttori locali e commercializzati attraverso la rete del mercato equo solidale. La Meru Herbs, inoltre, non si limita
ad acquistare i raccolti a un prezzo migliore, ma fornisce ai contadini assistenza tecnica e formazione sui sistemi di produzione biologica, accesso al credito facilitato, fornitura di sementi e concimi biologici. Dal 2007 è attiva sul territorio cuneese la Meru Herbs Italia Onlus, associazione nata dalla cooperazione tra diverse realtà, in particolare la Cooperativa Sociale San Paolo e l’Ipsia Acli, a sostegno della Meru Herbs Kenya.
“Andrew – ricorda Lvia – il cui nome di battesimo era Maggiorino (solamente la moglie Margareth lo chiamava affettuosamente “Maggio”), è stato per LVIA una figura fondamentale fin dagli inizi nel 1966 e fino ad ora aveva mantenuto un più che amichevole rapporto con i volontari dell’Associazione in Kenya. Fu infatti grazie a lui che LVIA iniziò i suoi primi passi nel mondo del Volontariato Internazionale, che nasceva in Italia a metà degli anni ’60 grazie ad alcune storiche figure, tra cui don Aldo Benevelli. In tutti questi anni la collaborazione fraterna fra Andrew ed Lvia non è mai venuta meno ed in molte occasioni si è collaborato attivamente sia per la realizzazione dei progetti sia per la loro gestione e in occasione dei Viaggi di Conoscenza promossi ogni anno da Lvia in Kenya non è mai mancata una visita ad Andrew e Margareth per far rivivere, per quanto possibile, ai partecipanti un po’ dell’atmosfera di quei tempi “pionieristici” della missione e del Volontariato Internazionale, raccontati da chi li aveva vissuti in prima persona. Molto ci sarebbe ancora da raccontare sulla vita di Andrew Botta ma a breve lo potremo apprendere direttamente dalle sue parole, leggendo il libro che negli ultimi anni della sua vita ha dettato ed è quindi stato trascritto e che sarà pubblicato a breve in Italia. Per ora ci limitiamo a ricordare un grande cuneese, che in veste prima di prete e poi di laico ha sempre avuto come fine la costruzione del Regno”.