La Grotta della Mottera, in Val Corsaglia, è stata teatro, nelle giornate di sabato 6 e di domenica 7 aprile, di una vasta esercitazione del Soccorso Alpino e Speleologico Piemontese, che ha coinvolto oltre 50 tecnici e che era finalizzata a migliorare il coordinamento e l’interoperatività delle diverse specializzazioni del Corpo.
Dopo una prima prova di ricerca dispersi svoltasi sabato, a partire dalla serata sono stati attivati i soccorritori speleologici che sono entrati all’interno della grotta, raggiungendo un figurante che simulava una caduta traumatica avvenuta durante un’esplorazione del percorso ipogeo. I sanitari presenti con le squadre hanno diagnosticato un trauma toracico con frattura costale e pneumotorace con collasso completo del polmone. Tutti i parametri del paziente sono stati monitorati tramite un prototipo di ecografo sperimentale collegato ad un tablet ed è stata allestita una rete telefonica per trasmettere i dati dell’infortunato ad una squadra di sanitari presenti presso il campo base all’esterno della grotta. In seguito, il ferito è stato condizionato e imbarellato per iniziare il trasporto verso l’uscita. Poiché la grotta presentava abbondante acqua in seguito alle recenti precipitazioni, si è deciso di utilizzare la barella impiegata nei soccorsi in forra che, grazie alla tenuta stagna, garantisce maggiore confort al paziente. In questa fase ha operato anche la commissione disostruzione, che ha ampliato alcuni passaggi eccessivamente stretti. Quando, all’alba di domenica, la barella è giunta nei pressi dell’uscita della grotta, situata in corrispondenza di una cascata particolarmente abbondante per la stagione, l’infortunato è stato passato dai soccorritori speleo ai forristi, che hanno proceduto con il superamento del tratto in acqua. Infine, è avvenuto l’ultimo passaggio di consegne del paziente, che è stato affidato ai soccorritori e sanitari alpini, che hanno allestito una teleferica con cui la barella è stata trasferita sul versante opposto del vallone per il definitivo trasporto a valle.
L’intera esercitazione ha avuto la finalità di coinvolgere specializzazioni operative molto diverse ma complementari. In primis le competenze tecniche di soccorritori speleo, forristi e alpini che hanno lavorato fianco a fianco per due giorni interi. Inoltre la specializzazione di sanitari speleo e alpini che si sono confrontati su procedure e strategie nei rispettivi ambiti di azione e hanno ottimizzato la fase del passaggio di consegne cliniche del paziente. Infine, sono state simulate situazioni di urgenza sanitaria per addestrare i tecnici a supportare le squadre mediche durante le operazioni di stabilizzazione del ferito.
Per la complessità organizzativa e degli scenari previsti, questa tipologia di esercitazione è un’esperienza unica a livello nazionale, presa come modello da proporre nelle altre regioni italiane.