Un piccolo grande libro che nella sua semplicità e immediatezza racconta che cosa succede al di là del Mediterraneo a coloro che hanno come unica colpa quella di scappare da guerre, fame e povertà, guerre volute da governanti prepotenti ed assetati di potere. È il racconto breve, ma denso, intenso e struggente, del viaggio dall’Africa in Europa di Ibrahima Balde, accompagnato da tutte le sofferenze e le tribolazioni che solo chi lo ha vissuto in prima persona è in grado di raccontare nella sua realtà senza cercare facili pietismi. La storia di Ibrahima che dalla Guinea arriva nei Paesi Baschi con tutto il suo carico di dolore e di speranza viene raccontata da Amets Arzallus Antia, giornalista e poeta basco. Una cronaca lucida ed essenziale di un viaggio che il giovane intraprende alla ricerca del suo fratello Alhassane, lasciando in patria la sua anziana madre e le due sorelle minori. Un viaggio che rende plastico che cosa significa partire, attraversare il deserto, il traffico dei migranti, la prigionia, lo sfruttamento, la tortura e le violenze, la fame, la sete, il viaggio in mare tra mille pericoli ed avversità ma anche la speranza e la voglia di arrivare. Siamo di fronte a un dolore autentico ma nello stesso tempo consapevole e composto. Una vita che deve fare i conti con la paura, le sofferenze, la violenza esercitata dai trafficanti ed anche con la nostra indifferenza vittime di storie che pensiamo di conoscere ma che in realtà non riusciamo neppure ad immaginare. E in questa storia si scopre la forza dell’attaccamento alla vita ma si scoprono anche quei terribili muri che rischiano di crollarci addosso sotto il peso incosciente della loro vanità ed inutilità in un mondo sempre più piccolo e sempre più in pericolo e che abbiamo il dovere di cambiare. Ibrahima è un giovane che sente prima la fatica del partire, poi il dolore della perdita del fratellino e infine la responsabilità e il peso sulla sua coscienza di non essere in grado di sostenere sua madre e le sue sorelline dopo la scomparsa del padre.
Un libro che anche Papa Francesco ha citato e consigliato, che diventa un interrogativo alle nostre coscienze e al senso di responsabilità cha abbiamo in questo mondo verso i nostri fratelli che vivono ancora questi orrori, che hanno la sola colpa di non essere nati nella parte “giusta” del pianeta, verso molti nostri antenati che li hanno vissuti nel passato e in altre parti del mondo, verso i nostri figli a cui abbiamo il dovere di lasciare un mondo migliore. Solidarietà, integrazione e giustizia gli antidoti.
Fratellino
di Amets Arzallus Antia, Ibrahima Balde
Feltrinelli
euro 12