Christian Costa è nato a Cuneo nel 1976. Si è laureato in Scultura all’Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino.
Ha seguito i corsi di dottorato in scultura presso il Dipartimento di Scultura della Facoltà di Belle Arti dell’Università di Vigo(Spagna), ottenendo nell’anno accademico 2003-2004 il titolo Dea (Diploma e Estudios Avanzados), presentando uno studio intitolato: Los problemas de ficción en Pirandello, Fontana y Penone. La sua ricerca artistica si è sempre incentrata sull’uomo e sull’ambiente in cui vive, utilizzando magistralmente varie tecniche.
Ha iniziato la sua attività espositiva nel 1997 e da allora a oggi ha proposto ed esposto le sue opere oltre che in diverse città italiane, tra cui Cuneo, Torino, Grugliasco, Milano, Savona e Sovico, in Spagna (Madrid, Barcellona, La Coruňa, Santiago de Compostela, Isola Palmaria), Romania (Bucarest, Carei), Repubblica Ceca (Praga), Danimarca (Copenaghen), Usa (Chicago) e Inghilterra (Londra).
Ha partecipato a concorsi e premi di scultura, come il Concorso Internazionale Scultura da Vivere presso la Fondazione Peano di Cuneo nel 1998, il IV Premio Internazionale di Scultura della Regione Piemonte a Torino nel 2004 (finalista), il Premio Cesare Pavese di Santo Stefano Belbo nel 2009 (vincitore), il Premio Cesare Pavese a Santo Stefano Belbo nel 2011 (secondo vincitore), il Premio Cairo a Milano nel 2012 (finalista). Vive e lavora a Bagnasco. Secondo quanto ha scritto Paolo Levi tra il 2011 e il 2012, “le ricerche scultoree di Christian Costa hanno portato alla definizione di un lessico originale caratterizzato da forme misteriose, sospese tra surrealismo e arte primitiva”.
Utilizzando materiali antichi come il legno, ha saputo ottenere “opere assolutamente inedite, sia dal punto di vista qualitativo che di contenuto”, che si presentano con contorni “sempre sinuosi” e “superfici levigate, arricchite da sagome in foglia d’oro”. Nel recente ciclo dei Mondi Ammaccati, “l’artista lavora con indubbia maestria su forme sferiche e ovali. Nascono così opere in cui la sfera terrestre, unica e ripetuta protagonista, viene deformata, schiacciata, bollata, come se avesse subito danni in una caduta accidentale”.
E per Vittorio Sgarbi nel 2013, Costa è “scultore di concetto’, che nella nuova serie di sculture appena rammentata, ha realizzato una “perfetta coniugazione formale del concetto ecologista la Terra viene offesa, trasposta anche in piano e con corredo di testi scritti nella variante World’s Words”. E ha concluso affermando che esse “sarebbero piaciute ad Armando Testa, maestro della moderna pubblicità italiana. Costa se ne dovrebbe rallegrare: quando la forma assolve totalmente la funzione per la quale è stata ideata, non è più pubblicità, è arte, e di primo livello”.
“Le ricerche scultoree di Christian Costa – scrive Paolo Levi – hanno portato alla definizione di un lessico originale caratterizzato da forme misteriose, sospese tra surrealismo e arte primitiva. Sono composizioni – sia monumentali che più contenute – che recuperano materiali antichi, come ad esempio il legno, plasmati però dalla fantasia dell’artista in modo da ottenere opere assolutamente nuove, la cui forte valenza estetica nasce dalle linee sinuose e dalle superfici levigate su cui la rifrazione luministica crea raffinati riverberi che esaltano la morbidezza delle forme, colpendo la sensibilità di chi le osserva”.
Costa è anche autore di libri, l’ultimo dei quali “Il colore della vendetta” è un romanzo ambientato nel mondo dell’arte tra critici, galleristi e direttori di musei che sono presi di mira da un serial killer. Un romanzo con divagazione di storia dell’arte e incursioni sull’animo umano e i suoi misteri.