Dopo le tante testimonianze dei residenti di via Meucci e piazzale della Libertà in merito al disturbo notturno provocato dalle serate del Chicken King e dal karaoke del bar Mirela, in aula al processo che vede imputate le due titolari delle attività, hanno deposto il dirigente comunale dei settori attività produttive e politiche ambientali e il consulente che nel 2017 era stato incaricato dalla titolare del bar di piazzale Libertà di svolgere una relazione sull’impatto acustico del locale. Da quella relazione emergeva che l’impatto acustico del locale in caso di serata karaoke sarebbe stato intorno agli 87/90 decibel e che quindi sarebbe stato necessario chiedere una deroga al Comune, come prescritto dalle leggi regionali e nazionali, “non mi sembra che fosse stata rifatta la vetrina – ha riferito il consulente che aveva svolto la relazione – ma l’abbattimento del rumore sarebbe stato minimo e ininfluente ai fini del dover comunque chiedere una deroga”.
Richieste di deroghe per serate di pubblico spettacolo sul cui funzionamento si è soffermato invece il dirigente comunale, il quale ha spiegato che la legge prevede la possibilità di avere 30 deroghe per serate di pubblico spettacolo, anche non continuative nell’arco dell’anno, di cui 27 con semplice dichiarazione più ulteriori 3 con autorizzazioni specifiche. Ogni comunicazione deve comunque essere accompagnata dalla relazione di impatto acustico, altrimenti ci si deve attenere ai limiti prescritti dai regolamenti comunali e che variano a seconda della zona della città interessata. Dalla documentazione risultava che nel 2021 erano state comunicate 15 serate di pubblico spettacolo ma con una documentazione incompleta e infatti il locale era stato sanzionato due volte, a giugno e luglio. In seguito, a partire dalla fine del 2021 e nel 2022 e 2023 risultavano invece corrette le comunicazioni inoltrate al Comune per le serate di musica con allegata deroga per impatto acustico. Tutte le comunicazioni dovevano inoltre essere firmate dal titolare del locale ma inoltrate da un consulente ed è questa un’altra delle irregolarità riscontrate nelle documentazioni presentate per le serate di karaoke, “all’inizio mi seguiva una commercialista – ha riferito in aula la titolare del bar di piazzale Libertà – poi cambiai e quello nuovo mi diceva che era tutto a posto, che non c’era bisogno perchè non avevo una discoteca. Poi ho ricontattato la prima commercialista e ho fatto recuperare tutta la documentazione che avevo presso l’altro”.
Con questa ultima deposizione si è conclusa l’istruttoria del processo che verrà deciso nell’udienza del 16 aprile dopo la discussione di accusa e difesa.