Ha un significativo esordio il saggio di Chiara Giachino sulla figura più classica dei racconti popolari, la masca. Nell’introduzione, confessando la curiosità che l’ha mossa nella ricerca, chiarisce che il libro nasce dalla frequentazione di storie e leggende, dalla condivisione di un mondo fantastico che ha dei forti agganci con la vita delle campagne e delle colline nella Langa, ma non solo ovviamente.
La narrazione popolare si offre dunque come fonte da cui partire per il ritratto di un personaggio centrale nell’immaginario dei tempi passati. La masca viene spesso citata, ma l’autrice si tiene ben lontana dal fare un’antologia di racconti.
La fonte orale costituisce ovviamente la base di ricerca. L’autrice contestualizza però anche la figura della masca in una storia secolare che condivide ampi spazi con la stregoneria.
Quando poi l’attenzione si rivolge in modo specifico sul personaggio in questione, allora i documenti si fanno scarsi o addirittura inesistenti. È allora che la tradizione popolare arricchisce il ritratto con particolari e dovizia di informazioni sulle masche e i loro interventi.
Sulla scorta dei racconti, ma anche di studi sulla cultura popolare delle Langhe, si parla dunque di incantesimi, trasformazioni animalesche, situazioni di catalessi o ipnosi e anche di interventi benefici al servizio delle persone. È un mondo che nella cultura popolare si muove in un ambito difficile da definire.
La realtà sfuma nel mistero sfiorando credenze religiose che derivano da una fede semplice, disposta a lasciarsi attraversare e travolgere dal mistero di presenze non umane. Un mondo arcano che lascia spesso la sua impronta nella vita quotidiana. In questo modo la masca si riappropria a pieno titolo, nel bene come nel male, della sua funzione di mediatore tra il soprannaturale, a cui si riconosce una capacità di azione, e l’umano che il più delle volte rimane smarrito da questo incontro.
La Langa delle masche
di Chiara Giachino
Editrice Il cielo stellato
euro 13