Oggi, mercoledì 20 marzo, il consiglio regionale ha approvato il bilancio di previsione 2024-2026 della Regione, l’ultimo della legislatura, con 20,7 miliardi di euro in termini di competenza, di cui 12,5 sono destinati alla sanità. È uno degli ultimi atti di questa legislatura, sicuramente l’ultimo atto importante. Il cosniglio sarà convocato ancora la prossima settimana, con tre sedute e quella dopo Pasqua poi inizieranno gli ultimi sessanta giorni prima delle elezioni
Tra le voci principali, 25 milioni saranno utilizzati per l’abbattimento delle liste d’attesa, 55 per l’istruzione e l’edilizia scolastica; aumentano i fondi per la cultura, che si assestano a poco meno di 45 milioni, e aumenta di 2,5 milioni il fondo sociale per il sostegno alla locazione degli alloggi di edilizia popolare. Alla Protezione civile andranno 10 milioni, cui se ne aggiungono 15 per la stabilizzazione degli operai forestali. E ancora: 20 milioni per lo sport ed un aumento delle risorse a disposizione per le borse di studio, con un’ulteriore integrazione di 8,3 milioni.
Il comunicato del consiglio regionale riporta.
“Abbiamo ridotto il debito, passando da 9 a 6 miliardi e migliorato il rating – ha detto l’assessore Andrea Tronzano -. Siamo riusciti a non aumentare le tasse e abbiamo continuato a investire, facendo del Piemonte la sesta regione europea per attrazione di investimenti e la seconda in Italia, superando la Lombardia. Stiamo usando bene i fondi del Pnrr e abbiamo rispettato tutti gli obblighi nei confronti dello Stato a seguito delle varie manovre. Tra i risultati da sottolineare la promessa mantenuta di pagare il 100 per cento delle borse di studio. Ma non solo: abbiamo provveduto a cofinanziare tutte le partite dei fondi Fesr e Fse e investito ingenti risorse su grandi eventi e sport”.
Per Alessandra Biletta (FI), relatrice di maggioranza, “la Giunta ha proseguito nell’azione di risanamento dei conti avviata nelle scorse due legislature: pesa ancora un importante fardello sul bilancio regionale, ma la situazione è in netto miglioramento. Anche quest’anno i documenti di bilancio sono stati costruiti per dare al Piemonte possibilità di crescita e sviluppo”.
Raffaele Gallo (Pd), relatore di opposizione, ha parlato di “un bilancio in linea con quelli degli scorsi anni, fondato su contributi a pioggia, nessuna politica strutturale e di sostegno a famiglie e nuove povertà, che sta in piedi grazie all’utilizzo dei fondi europei, in molti casi anche in deroga. A peggiorare la situazione, la scelta del Governo di imporre alle Regioni la restituzione allo Stato di 25 milioni di euro, che rischia di mettere in discussione i servizi ai cittadini”.
Alberto Preioni (Lega) ha evidenziato come “il Piemonte sia l’unica Regione che aumenta il rating. Le cifre evidenziano stanziamenti importanti su diverse voci, istruzione, cultura, fondo sociale”.
Diego Sarno e Maurizio Marello (Pd) hanno parlato di “bilancio non all’altezza delle sfide e che non affronta due nodi irrisolti da cinque anni. Il primo le liste d’attesa su cui si prevedono 25 milioni solo per i gettonisti, una soluzione non strutturale. Il secondo riguarda i voucher scuola che vedono ancora escluse oltre 60 mila famiglie idonee su 90 mila”.
“Grazie al nostro stimolo – ha spiegato Silvana Accossato (Luv) – la regione è riuscita a pagare tutte le borse di studio agli idonei, vogliamo sapere se le risorse a bilancio saranno sufficienti per coprire quelle degli anni prossimi. Anche sul tema del voucher scuola, dobbiamo sostenere le famiglie perché al momento il 60% rimane fuori dall’erogazione”.
Per Sean Sacco (M5s) “questo è un bilancio con molte lacune, ci sono decine di treni abbandonati alla vandalizzazione, avete annunciato di fare numerosi ospedali ma non c’è nessuna gara aggiudicata. Ci interessa dare sostegno economico alle famiglie e a chi ha perso il lavoro da poco”.
Infine Francesca Frediani (M4o – Up): “Sui trasporti continuiamo a dire che non bisogna investire sulle grandi opere inutili, ma su quelle che tutti i cittadini utilizzano quotidianamente. Approvate un che non dà garanzie di sviluppo e non dà risposte alle imprese”.